AGNONE. Sindaci dei comuni dell’Alto Molise e del Vastese in conclave a Palazzo San Francesco. I primi cittadini del territorio hanno risposto presente all’appello – invito lanciato dal collega Lorenzo Marcovecchio che si ritrova a gestire la pesante situazione dell’ospedale ‘San Francesco Caracciolo’ alle prese con un drastico ridimensionamento. Il tentativo è quello di scongiurare la trasformazione da struttura di area particolarmente disagiata, la quale prevede tutta una serie di servizi, alla poco comprensibile dicitura di ospedale di comunità. L’incontro segue quello avuto giovedì scorso in un’affollatissima assemblea pubblica convocata dal comitato Il Cittadino c’è nell’oratorio della parrocchia di Santa Maria di Costantinopoli. In quella circostanza valutate tre possibilità da perseguire in maniera repentina. La prima: riconsegnare le fasce tricolori al prefetto di Isernia; la seconda: una grande manifestazione che mobiliti tutto il territorio simile a quella messa in campo negli anni ’90 con la “Vertenza per non morire”; la terza: il referendum popolare per essere annessi all’Abruzzo. Le tre ipotesi sono state momentaneamente accantonate. E’ quanto trapelato dal faccia a faccia a porte chiuse tenuto nella sala consiliare e durato circa tre ore. Contestualmente i sindaci hanno deciso di stilare un documento congiunto che impegni la Regione Molise a dare risposte concrete alle aree interne che non possono e non devono essere paragonate nella maniera più assoluta ad altre zone dove esiste una maggiore offerta in termini di servizi e viabilità. Un concetto, quest’ultimo, su cui gettare solide basi per le prossime iniziative. Nel frattempo bisognerà virare dritti sulla Capitale per intercettare la figura giusta che sposi una causa ormai diventata di vita o di morte. Tema, quello romano, ribadito ancora una volta dal sindaco di Capracotta, Candido Paglione che insiste sulla necessità di coinvolgere la politica nazionale la quale dovrà stare a sentire la voce di chi vive sulla dorsale appenninica. In sala tra gli altri anche il presidente di Anci Molise, Pompilio Sciulli che si è detto pronto a tutto pur di salvare l’ospedale altomolisano, ultimo baluardo della sanità pubblica nell’intera diocesi di Trivento. Si parla di oltre 14mila abitanti che tirano il fiato per conoscere quale sarà il futuro di un ospedale che continua a vivere una situazione di forte precarietà dettata in prevalenza dalla cronica carenza di medici. Situazione che non può essere un alibi per azzerare il diritto alla salute sancito dalla Costituzione. Alla politica spetta dare risposte serie e soprattutto immediate, pena l’estinzione di un popolo che nel corso della storia ha dato lezioni di civiltà a tutti.
Sindaci in conclave per il ‘Caracciolo’: “Non molliamo, la Regione deve darci risposte concrete”
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