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  • Abbattere i cervi per salvare e sfamare l’orso marsicano, la provocazione di Wilderness Italia

    Abbattere i cervi per salvare l’orso. E’ la provocazione lanciata da Franco Zunino, segretario generale dell’Associazione Italiana Wilderness (AIW) nel dibattito abruzzese sulla recente decisione della Regione di dare l’ok al prelievo selettivo dei cervi in alcune zone.

    «Gli ambientalisti (animalisti ed anticaccia) si stanno stupidamente opponendo alla decisione della Regione Abruzzo di consentire l’abbattimento di circa 500 cervi. – argomento Zunino – Diciamo stupidamente, in quanto è proprio riducendo il numero dei cervi (si stima che la popolazione abruzzese si aggiri sui 3.000 capi e sia in continua crescita, nonostante la presenza di non pochi lupi) che si salva l’ambiente, l’orso, la flora più rara e le stesse faggete e foreste in genere. È infatti notorio in tutto il mondo come l’eccessiva presenza dei cervidi (di varie specie) porti ad un depauperamento della flora e degli habitat. Classico dovrebbe essere proprio per gli animalisti ed anticaccia, l’esempio sempre citato ovunque nel mondo quando si parla di conservazione della Natura, dell’esperienza che portò Aldo Leopold (il più noto e stimato ambientalista mondiale!) a capire l’importanza della presenza del lupo quale predatore in grado di contribuire a mantenere basso il numero dei cervi proprio accorgendosi del danno che il loro avvenuto accrescimento in Arizona e Nuovo Messico aveva portato all’ambiente vegetale. Ora, se l’accrescimento in Abruzzo ha raggiunto dimensioni tali da spingere le autorità ad autorizzare la riduzione dei cervi, diventa un ossimoro per gli animalisti e anticaccia opporvisi, visto che essi si ritengono anche difensori dell’orso marsicano e della natura in genere. Perché è proprio riducendo il numero dei cervi che si salva sia l’orso (la presenza dei cervi riduce proprio quelle risorse naturali di cui vorrebbero che l’orso tornasse a cibarsi per allontanarsi dai paesi) sia gli habitat forestali. Ma anche, si tutelano tanto l’incolumità dei cittadini (sono sempre più frequenti i casi di collisioni con automobili) quanto le coltivazioni agricole. Quindi, bene fanno le autorità, sia regionali che nazionali (ISPRA) a tenere duro e consentire gli abbattimenti. Anzi, sarebbe proprio il caso che almeno alcuni venissero anche autorizzati nelle aree protette ora chiuse alla caccia, con lo scopo e a condizione che gli animali uccisi siano lasciati sul posto quale cibo (non “antropogenico”!) in grado di attrarre gli orsi (ma anche i lupi) e così farli allontanare dai paesi. D’altronde, sono anni che negli USA (la storica patria dei Parchi Nazionali e del loro concetto di conservazione!) il National Park Service provvede agli abbattimenti dei cervidi per ridurre l’impatto negativo che essi arrecano alla flora e alle foreste delle aree protette. E senza che nessuno in quel paese gridi allo scandalo, proprio perché scandalo non è! Né, quindi, dovrebbe esserlo in Italia, visto che il fine è lo stesso. Gli organismi internazionali che si occupano della conservazione della natura utilizzano infatti criteri che non solo sono uguali nel mondo, ma danno fede ad esempi e criteri stranieri sperimentati! Si ribadisce: l’animalismo è un ideale rispettabile quando difende gli animali dal maltrattamento umano, ma non solo non è conservazione della natura, spesso è in antitesi con la difesa della Natura! Con buona pace di artisti e varie personalità d’altri campi, alle quali si deve solo il rispetto per le loro arti e conoscenze».

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