La domanda che oggi tutti si pongono non è quella se l’Agnonese raggiungerà o meno la salvezza diretta, l’obiettivo resta di gran lunga perseguibile, bensì quale sarà il futuro del club granata. Ebbene sì, perché le voci si rincorrono e sono tutt’altro che ottimistiche. Dopo sette anni di sacrifici in serie D, campionato considerato un lusso per l’intero territorio, la dirigenza granata appare stanca, demotivata e lo dimostra un entusiasmo scemato nonché una capacità economica sempre minore. Il pesante taglio degli ingaggi alla rosa optato ad inizio dicembre con l’addio del bomber Keita, rappresentano l’ulteriore conferma di quanto ammesso. Così se nell’imminente futuro non ci saranno nuovi ingressi, la strada sembra segnata. Purtroppo la fotografia scattata nel quartier generale di viale Castelnuovo è questa. In tal senso la dirigenza non si sbilancia e al contrario una cosa manda a dire: il presidente Carmine Masciotra con i suoi più stretti collaboratori porterà a termine la stagione cercando di fare il meglio, ma dopo, sembra di intuire, sarà compito della classe imprenditoriale locale (a patto che ne abbia voglia e disponibilità), supportata dalle istituzioni (come accade in altri contesti), dare un seguito a quanto di buono fatto sino ad oggi. L’Agnonese rappresenta un patrimonio da non disperdere anche considerato il valore di un settore giovanile che continua a “sfornare” talenti, tuttavia i forfait di natura economica registrati negli ultimi tempi, alla lunga potrebbero pesare negativamente. Di qui l’appello de L’Eco a quanti tengono a cuore le sorti del sodalizio fondato nel 1967. Insomma, se si vorrà continuare a sognare affrontando città e squadre blasonate è necessario uno sforzo congiunto non indifferente. A partire da subito. A buon intenditor…
Maurizio d’Ottavio