Situazione ancora gravissima nei campi dopo l’alluvione che si è abbattuta sulla Marsica provocando ingenti danni alle coltivazioni e alle strutture agricole. Gli uffici di Coldiretti sono al lavoro per le opportune ricognizioni e stanno svolgendo i sopralluoghi dando anche soccorso agli agricoltori marsicani che, armati di caparbia e buona volontà, oltre che dalle necessità dettata dall’emergenza, questa mattina sono tornati nei campi per far defluire le acque alluvionali e cercare di salvare le coltivazioni agricole con particolare riferimento a carote, patate, spinaci e altri orticoli caratteristici della zona.
“Questa mattina – dichiara Massimiliano Volpone, direttore di Coldiretti L’Aquila – abbiamo depositato all’assessorato regionale all’agricoltura la richiesta di riconoscimento dello stato di calamità naturale evidenziando la gravissima situazione che imperversa nel Fucino. La nostra organizzazione – aggiunge – è comunque a disposizione delle aziende alluvionate attraverso punti informativi e con uno specifico pool di tecnici per le esigenze delle imprese colpite. In accordo con il consorzio di bonifica, con cui stiamo collaborando per far fronte all’emergenza, abbiamo inoltre richiesto alla Regione l’acquisto di due mezzi escavatori finalizzati alle operazioni di ripulitura dei fossi, anche stradali”. Coldiretti, grazie alla solidarietà delle aziende non coinvolte dal nubifragio, mette inoltre a disposizione trattori e mezzi agricoli finalizzati alla rimozione dei detriti localizzati nei Comuni maggiormente colpiti. In merito ai danni alle colture, Coldiretti ricorda che l’emergenza riguarda principalmente carote, patate, spinaci, porro, cavoli ed altri ortaggi per una superficie interessata di oltre 5mila ettari con un danno stimato di circa ai 5milioni di euro.
“Confermiamo che i danni sono ingentissimi – dice Volpone – e ringraziamo le istituzioni territoriali che stanno lavorando a sostegno delle diverse esigenze per favorire il ripristino della normalità. Auspichiamo che l’attenzione su questa emergenza resti alta e che le stesse istituzioni prendano atto dell’importanza della corretta gestione e manutenzione ordinaria e straordinaria del sistema idrico territoriale per il bene non solo dell’agricoltura ma di intere comunità”.