«Se vogliamo trattenere giovani e professionisti, convincerli che vale la pena lavorare per un Comune montano in un progetto Pnrr, dobbiamo cambiare la norma e consentire ai sindaci di stabilizzarli dopo il 2026, alla fine del Piano». E’ la netta presa di posizione di Pompilio Sciulli, presidente dell’Anci Molise e amministratore locale di lungo corso. Il piano nazionale di ripresa e resilienza sta creando opportunità interessanti anche per i Comuni delle aree disagiata, ma secondo Sciulli occorre utilizzare quei fondi anche per stabilizzare i giovani tecnici che possono rappresentare per il territorio un intuibile valore aggiunto, non solo in termini di professionalità, ma anche di idee e spirito imprenditoriale magari.
«I concorsi pubblici non danno prospettiva, – riprende il presidente dell’Anci Molise – soprattutto quelli che propongono contratti a termine legati al Pnrr. Se dite ad un ingegnere, architetto o progettista di venire a lavorare per un Comune solo fino al 2026, cercherà altro. I contratti a tempo sono un limite; è stato detto sia al Parlamento che al Governo Meloni che occorre una clausola per cui anche con i soldi dei Comuni, se si liberano posti dopo il 2026, i sindaci siano messi nelle condizioni di stabilizzare queste figure professioniste già selezionate e con esperienza sul campo». «Ogni anno c’è personale che va in pensione, – continua Sciulli – i Comuni hanno un turnover elevatissimo, la risposta da parte del Governo è sempre “si può fare”, ma poi nessuno agisce. I giovani soprattutto nel sud preferiscono soluzioni più stabili anche pagate meno, ma con una prospettiva sicura. La mancanza di personale mette a rischio il Pnrr e questo può essere un problema, per non parlare della burocrazia legata alle autorizzazioni. Procedure lunghe, progetti presentati per un totale di 80 miliardi e il rischio è di vanificare tutto questo».
Una richiesta ufficiale al Governo, dunque, questo è il senso dell’intervento del presidente dell’Anci Molise, per utilizzare l’enorme flusso di denaro messo in campo con il Pnrr per stabilizzare e assumere giovani tecnici nei Comuni, in particolare in quelli montani. Non è assistenzialismo, ma progettare il futuro, guardare avanti. «Ciò che chiediamo è una procedura unica semplificata di trenta giorni, la stessa messa in campo durante il Covid per l’edilizia scolastica. – insiste Sciulli – Un sindaco che presenta un progetto deve avere entro trenta giorni giorni tutte le necessarie autorizzazioni: ambientali, paesaggistiche, delle sovrintendenze, sui vincoli storici. Commissariare un Comune, con tutto ciò che deve subire durante la fase autorizzativa, è assurdo e bisognerebbe piuttosto commissariare i Ministeri usando le stesse procedure semplificate del Pnrr per tutte le gare e i post gara. Bisogna , quindi, semplificare le procedure. Bisogna semplificare la burocrazia, altrimenti il Pnrr rischia di fermarsi».
Francesco Bottone