POGGIO SANNITA – L’olio di oliva è da sempre il tesoro di Poggio Sannita, paese della collina appenninica che offre condizioni geomorfologiche e climatiche ideali per una diffusa coltivazione dell’ulivo. Sul territorio poggese sono presenti due frantoi: la “San Cataldo” snc di tipo tradizionale e la coop “La Sorgente”, di tecnologia avanzata. Ambedue le aziende producono un olio ottimo, dalle diverse ma, ugualmente, pregiate caratteristiche organolettiche. Oltre ai due frantoi in funzione, ve ne è un altro di particolare pregio, l’Antico Frantoio Iacovone una sorta di museo, omaggio a quella che fu la nobile civiltà contadina, in cui affondano le radici Poggio Sannita e la maggior parte dei borghi molisani. Patrimonio di valori storico-sociali, culturali ed economici dei nostri padri. Civiltà di cui oggi riscopriamo l’essenza, anche attraverso alcuni fondamentali aspetti della così detta green economy, in ragione degli effetti che un dissennato modo di vivere provoca all’ambiente e quindi all’umanità.
E’ in questo contesto che si colloca l’Antico Frantoio Iacovone, associazione nata nel 2015, dalla determinazione, dal coraggio e dalla passione per tutto ciò che riguarda la riscoperta di questo mondo antico, di Domenico “Mimì” Iacovone, affermato avvocato penalista napoletano di origini poggesi, erede della famiglia proprietaria della struttura. Il proposito è quello di divulgare e promuovere i principi della cultura olearia, contadina e agricola del posto, attraverso un’ampia opera di sensibilizzazione e valorizzazione delle risorse storiche ed artistiche locali.
La prima fase dell’ambizioso progetto ha riguardato una ristrutturazione del medievale palazzo (acquisito dai Iacovone nel 1876) situato nel cuore del centro storico di Poggio a ridosso della chiesa madre di Santa Vittoria, già dimora dell’insigne clinico omeopata, prof. Cosmo M. De Horatiis (1771/1850), cattedratico e medico personale di re Francesco I° di Borbone. La seconda fase dell’intervento è consistita in un meticoloso e armonico restauro conservativo che ha ridato luce all’antico frantoio perfettamente ricostruito in tutti i suoi aspetti, anche i più minuziosi. La possente macina in pietra a forma di ruota, sotto cui si frangevano le olive; la pressa in legno con la grande vite a spirale e l’argano che serviva a spremere l’impasto; i raccoglitori sottostanti in pietra che raccoglievano l’olio e un’infinità di utensili compresi quelli serviti per direzionare l’asinello vero “motore” della ruota. Al centro della scena domina il caccavo, recipiente di rame, storico simbolo del paese da cui deriva il suo vecchio nome Caccavone, cambiato in Poggio Sannita nel 1921. Il Palazzo, dopo il restauro è stato inserito nell’Associazione Dimore Storiche Italiane.
L’idea di creare un circuito turistico virtuoso, offrendo ai potenziali visitatori un servizio completo, ha spinto Iacovone a dotare l’Antico Frantoio di un ricercato ed apprezzato punto di ristoro, Nell’immediato futuro, è in progetto l’apertura di una piccola e accogliente struttura ricettiva di tipo B&B. Altro aspetto non trascurabile, le positive ricadute per l’indotto che si creerebbe attraverso una rete di piccole attività commerciali di prodotti tipici locali.
L’Associazione Antico Frantoio favorisce lo sviluppo non solo turistico dell’area altomolisana, ma anche enogastronomico, mediante la programmazione di incontri di degustazione e distribuzione di olio, prodotti della terra (in primis il pregiatissimo tartufo di Poggio, nda) ed artigianali. Facendosi parte attiva nella organizzazione di convegni, conferenze, dibattiti, manifestazioni e incontri con istituzioni culturali e scolastiche, nonché proponendo la fruizione di visite e percorsi guidati al frantoio.
In definitiva un’iniziativa di valore, nata dalla mente di un “visionario”, attaccato alle proprie origini. Creata, è bene sottolinearlo, con mezzi del tutto privati. Un’opportunità di sviluppo possibile, per la valorizzazione del paese, che va assecondata e seguita con l’attenzione che merita.
Tonino Palomba