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  • Aree interne, nasce la “Scuola dei piccoli Comuni” per invertire lo spopolamento

    Una cassetta degli attrezzi, figurativa, a disposizione degli amministratori locali, per combattere in concreto lo spopolamento e la marginalizzazione delle aree interne. E a fornire gli strumenti e le strategie operative saranno gli studiosi e i ricercatori universitari, i soli in grado di tracciare il sentiero da seguire perché forti delle conoscenze scientifiche e dei dati comparativi di altri territori marginalizzati della Penisola.

    Spopolamento e marginalizzazione, i temi sono sempre quelli, di cui si parla da anni, ma probabilmente il salto di qualità che darà concretezza alle strategie da porre in essere è dato dal coinvolgimento delle Università. Perché la conoscenza e la consapevolezza fornite dagli studi scientifici possono fare la differenza rispetto a decenni di tentativi pragmatici più o meno intelligenti che però hanno dato risultati assolutamente insoddisfacenti.

    L’annuncio era stato dato nei mesi scorsi, ma ora è arrivato il momento di presentare ufficialmente quella che vuole essere una vera e propria “Scuola dei piccoli Comuni“. Un progetto ambizioso che vede come partner principali l’Università del Molise, l’Anci, Uncem, Unpli, Slow Food, Confcooperative e il Club alpino italiano, nonché l’istituto comprensivo scolastico di Castiglione Messer Marino, appena al di là del confine altomolisano.

    «I piccoli Comuni costituiscono la rete istituzionale di base dell’Italia, – spiegano i promotori del progetto – l’articolazione dello Stato più vicina alle comunità e ai territori. La necessità di invertire il processo di marginalizzazione a cui sono stati soggetti per decenni, richiede un salto di qualità di cui i governi locali possono essere gli attori primari». Per questo nasce la “Scuola dei piccoli Comuni”, diretta da Rossano Pazzagli dell’Università del Molise, per offrire ai sindaci e agli amministratori «formazione e pratiche per le aree interne».

    L’obiettivo è quello di «alimentare, avviare e implementare processi di rigenerazione sociale ed economica, di mantenimento e sviluppo dei servizi essenziali e di contrasto allo spopolamento delle aree interne italiane, in particolare di quelle appenniniche». In fin dei conti si tratta di «ridare voce ai piccoli Comuni, per renderli protagonisti del proprio futuro e per configurare paesi e campagne come laboratori di nuove pratiche sociali, economiche, culturali e ambientali».

    La presentazione ufficiale della “Scuola dei piccoli Comuni” è in programma per martedì 21 novembre, dalle ore 11, presso la sala del Consiglio comunale di Castiglione Messer Marino. Interverranno la sindaca Silvana Di Palma, il professor Rossano Pazzagli, direttore della scuola dei piccoli Comuni, Nicholas Tomeo dell’Università del Molise, Massimo Luciani, direttore dell’Anci Abruzzo e Sara Franceschelli, dell’Università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara.

    «Abbiamo preso questa iniziativa – ha spiegato la sindaca Silvana Di Palma – considerando che il Comune di Castiglione Messer Marino è ubicato in area interna, rurale e montana e che pertanto presenta problematiche comuni a molte altre realtà dell’Italia appenninica, in particolare delle regioni Abruzzo e Molise. La scuola può così servire a scambiare con tanti altri piccoli Comuni esperienze e strategie finalizzate alla rivitalizzazione delle aree interne». «Il futuro di questo territorio e di quelli con caratteristiche simili – ha aggiunto Di Palma – richiede una visione e una capacità di intervento strategico per sperimentare nuove forme di economia, di riallocazione di servizi e di valorizzazione del territorio e ciò ha bisogno di input formativi che una scuola come questa può dare».

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