«Sono mesi che l’ascensore ha problemi. Il personale si fa carico di tante inefficienze, anche di questo, è giunta l’ora di dire basta. I problemi si risolvono non si caldeggiano». E’ il commento dell’assessore alle Politiche sociali del Comune di Agnone, l’infermiera Enrica Sciullo.
Quello della Sciullo è l’unico commento da parte dell’amministrazione comunale rispetto ad una situazione grave ed imbarazzante come un ascensore non funzionante in un ospedale definito presidio di area particolarmente disagiata. Evidentemente l’Asrem rende ancor più disagevole la situazione all’interno del “Caracciolo” proprio per avvalorare nei fatti quella altisonante definizione che è rimasta solo sulla carta. Ospedale di area disagiata. Sarebbe il caso di cambiare la definizione, mischiando un po’ le parole: ospedale disagiato di area ancor più disagiata.
E comunque il commento estemporaneo della assesora Sciullo è stato reso più a titolo personale. Dall’amministrazione Saia, al momento, solo silenzio. Intanto, proprio a causa di questi e altri disservizi, l’utenza va via, abbandona il “Caracciolo”, si rivolge alla sanità privata dove un ascensore fuori uso viene riparato in ventiquattro ore. Perché oltre a rappresentare un servizio, un ascensore funzionante è anche una questione di immagine. Ma nel pubblico, si sa, l’immagine non conta.
Come non deve contare, evidentemente, per il direttore generale della Asrem, perché un qualsiasi dirigente di un’azienda correrebbe a nascondersi in Siberia se un ascensore rimanesse fuori servizio per un mese intero, causando disagi ai pazienti e addirittura una fuga di utenti verso altre strutture ospedaliere. L’ascensore sarà vecchio, i pezzi di ricambio difficili da trovare, alla fine un piccolo problema rispetto alla pandemia in atto, certo, ma Florenzano viene profumatamente pagato con denaro pubblico proprio per risolvere questi ed altri problemi, non certo per scusarsi e fare spallucce.
Francesco Bottone