I Carabinieri del Nucleo Investigativo e della Compagnia di Campobasso hanno dato esecuzione a sette misure cautelari in Molise e Campania emesse dal Tribunale del capoluogo Molisano su richiesta della locale Procura della Repubblica nei confronti di altrettanti soggetti a vario titolo ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla perpetrazione di rapine e tentata rapina in concorso perpetrate nel periodo tra il 2014 ed il 2015.
Al termine di complessa attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Campobasso i Carabinieri del Nucleo Investigativo e del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri del capoluogo molisano, nella mattinata odierna, in Campobasso Larino e Napoli, hanno dato esecuzione a 7 ordinanze di custodia cautelare: 3 in carcere, 2 ai domiciliari, di cui 1 con controllo elettronico a distanza, e 2 divieti di dimora in Campobasso.
Associazione a delinquere finalizzata al compimento di rapine, con pistole e cutter, tentata rapina in concorso a istituti di credito nella provincia di Campobasso e sul territorio nazionale, queste le accuse, a vario titolo, a carico di sette indagati. Cinque uomini e due donne di origini molisane e campane: G.G. (classe 1958, di origini campane, custodia cautelare in carcere); I.R. (classe1987, di origini campane, arresti domiciliari con braccialetto elettronico); M.R. (classe1982, di origini campane, custodia cautelare in carcere) V.I. (classe 1990, campobassana, arresti domiciliari) P.P. (classe 1975, campobassano, custodia cautelare in carcere) P.N. (classe 1982, di origini campane, divieto di dimora in Campobasso) C.P. (classe 1964, di origini campane, divieto di dimora in Campobasso)
L’articolata attività di indagine svolta dai Carabinieri con l’ausilio di intercettazioni telefoniche ed ambientali, osservazioni, pedinamenti e perquisizioni, ha avuto inizio a seguito della rapina al un furgone portavalori perpetrata a Campobasso in data 27 ottobre 2014, ed ha consentito di far luce su 9 episodi delittuosi, consumati e tentati, portati a termine non solo nel capoluogo ma su tutto il territorio nazionale che possono essere così riepilogati:
a. rapina all’Ufficio Postale di Ferrazzano (CB) in data 14 aprile 2014;
b. tentata rapina alla Banca Unicredit di Campobasso in data 18 luglio 2014;
c. rapina alla Banca Popolare delle Province Molisane di Campobasso in data 23 luglio 2014;
d. rapina alla Banca Unicredit di Campobasso in data 28 agosto 2014;
e. tentata rapina alla Banca Popolare di Ancona in Campobasso in data 15 settembre 2014;
f. rapina al furgone portavalori dell’istituto di vigilanza “Aquila” nei pressi della Banca BNL Paribas di Campobasso in data 27 ottobre 2014;
g. tentata rapina alla Banca dell’Etruria a Perugia in data 9 gennaio 2015, impedita dal dispositivo approntato dai militari del Nucleo Investigativo e dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Campobasso con l’ausilio della Compagnia Carabinieri di Perugia;
h. tentata rapina alla Banca Popolare di Puglia e Basilicata di Campobasso in data 26 gennaio 2015, impedita dal dispositivo approntato dai Carabinieri del Nucleo Investigativo e del Nucleo Operativo della Compagnia di Campobasso;
i. tentata rapina alla Banca Popolare di Novara di Termoli in data 06 marzo 2015, impedita dal dispositivo approntato dai Carabinieri del Nucleo Investigativo con personale delle Compagnie Carabinieri di Campobasso e di Termoli.
Le indagini sono iniziate a seguito del primo evento delittuoso, la rapina all’Ufficio Postale di Ferrazzano; dagli accertamenti sul titolare e su chi aveva in uso l’autovettura utilizzata dai rapinatori è stato possibile risalire a due degli autori e, di pari passo, all’identificazione di tutti i componenti del gruppo.
In Campobasso e nel resto di Italia, venivano individuati gli obiettivi, banche o istituti di credito, che nelle comunicazioni telefoniche gli indagati, al fine di eludere eventuali intercettazioni, indicavano come “appartamenti da rifare” o “la signora da cui dobbiamo tinteggiare”. Nessuno di loro ha mai svolto alcuna attività lavorativa o quantomeno nessuno nel campo dell’edilizia; dunque le trasferte ed i colloqui telefonici, nei quali si parlava di appartamenti da “pulire”, celavano o l’oggetto criminoso delle attività in corso, nell’ambito della quale ciascuno aveva un compito, quali:
l’individuazione dell’obbiettivo, del luogo dove consentire sicuro soggiorno agli esecutori immediatamente prima e dopo la consumazione della rapina, l’accertamento delle vie di fuga.
Walkie talkie venivano usati nello svolgimento delle azioni delittuose, in quanto non intercettabili, né tracciabili a posteriori.
In data 06 marzo 2015, a parziale esito dell’attività di indagine svolta dai Carabinieri, ed al fine di interrompere l’operatività del gruppo criminoso, G.G. e I.R. venivano tratti in arresto in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Campobasso in esito a richiesta di questa Procura della Repubblica.
Entrambi di origini campane, erano coloro i quali facevano le irruzioni armati di taglierino negli istituti di credito, intervenendo a ridosso dell’evento delittuoso, quando ormai tutto era stato pianificato. Soggiornavano alcuni giorni in un domicilio trovato per l’occorrenza nel comune dove la banda avrebbe operato senza uscire di lì, in modo da non essere sottoposti ad eventuali controlli da parte delle Forze di Polizia, se non per fare i sopralluoghi necessari a portare a segno la rapina una volta eseguito il quale rientravano nel domicilio “pulito” e sicuro.
Inquietante la rapina al furgone portavalori dell’istituto di vigilanza “Aquila” nei pressi della Banca BNL Paribas di Campobasso il 27 ottobre 2014 allorquando i due aggredirono armati di pistola la guardia giurata che scendeva dal furgone portavalori con il denaro da consegnare privandolo del sacchetto che custodiva il contante e della privarono della pistola. In quell’occasione fu ferita una passante da un colpo d’arma da fuoco esploso dall’altra guardia giurata scesa dal portavalori per soccorrere il collega.
La consorteria era pronta per eseguire ulteriori rapine ma il loro continuo monitoraggio ha fatto sì che i loro intenti criminosi non potessero essere portati a termine; il gruppo ha avuto una prima battuta d’arresto proprio con l’esecuzione della prima ordinanza di custodia cautelare in carcere del “braccio armato”. La seconda è quella inferta in data odierna, che si spera definitiva, allo scopo di interrompere la deriva criminale inflitta alla regione.
A parere di quest’Ufficio, inoltre, le modalità d’intervento realizzate costituiscono un modello operativo, da confermare in futuro, in cui la finalità d’indagine si è svolta in piena sinergia con quella preventiva e repressiva, e soprattutto con l’esigenza di salvaguardare l’incolumità delle potenziali vittime, degli operatori delle FFOO, e degli indagati, in particolare nei casi in cui l’attività in itinere è stata impedita con azioni di interdizione indiretta da parte degli investigatori ( tentata rapina del 26 gennaio 2015 in Campobasso presso l’istituto Banca popolare di Puglia e Basilicata) accompagnata dall’intercettazione e videoripresa dell’azione dei rapinatori sul designato luogo del delitto e poi dall’intervento nell’ambito dei ricoveri predisposti per l’attività preparatoria e consequenziale al crimine, che hanno apportato elementi sostanziali e conclusivi anche con riferimento all’ipotesi associativa.