BELMONTE DEL SANNIO – Nella cornice della festa patronale di Sant’Anacleto, è stato inaugurato ieri a Belmonte del Sannio il busto in pietra dello scultore castiglionese Giuseppe Colangelo. Alle ore 10.30 il sindaco Errico Borrelli e il parroco don Francesco Martino hanno accolto le autorità intervenute, la consigliera regionale Filomena Calenda in rappresentanza della Regione Molise e il vescovo di Trivento, Claudio Palumbo, insieme ai rappresentanti del consiglio affari economici e al comitato feste della parrocchia di San Salvatore, diretto da Carmela Gualtieri, che hanno dato pieno supporto alla manifestazione, organizzata dal Comune che ha commissionato l’opera.
Non è intervenuto a causa di impegni istituzionali, l’europarlamentare Aldo Patriciello. In corteo, accompagnati dal concerto bandistico di Grottolella, in piazza Giovanni Paolo II, il sindaco Borrelli e la consigliera Calenda hanno scoperto il busto. Ha preso la parola quindi Borrelli, che ha salutato i presenti e dopo aver ripercorso la storia dell’albero secolare di origine cinese su cui poggia il busto, ha ricordato come Belmonte sia stato il primo Comune in Italia, il 4 maggio 2005, a un mese della morte di Giovanni Paolo II, ad inaugurare un momento al Papa Santo, e la sua collocazione vicino a quello di Padre Pio è un’occasione propizia per ricordare il singolare rapporto in vita tra i due grandi uomini. Il Comune ha voluto compiere questo gesto perché Giovanni Paolo II ha visitato l’alto Molise e ha rivolto parole di speranza e di fiducia nel futuro. In seguito Calenda ha consegnato alla cittadinanza il saluto della Regione e ha assicurato il suo fattivo impegno per la provincia di Isernia e Belmonte del Sannio.
Don Francesco Martino ha inteso ricordare le alte motivazioni della giunta e del Consiglio comunale per l’intitolazione della piazza al Papa Santo, segno di gratitudine per aver insegnato anche con il silenzio della sofferenza il dono della vita e che l’amore è l’unica strada per viverla. Suor Walentyna Vilotec, nipote di “Zio Lolek” come affettuosamente lo chiamava, oltre a ricordare i momenti di incontro con il Papa Santo, ha sottolineato il suo immenso amore per i giovani avuto fino alla fine, a cui da sempre si è dedicato giorno e notte, come anche il suo calore nell’incontro con ogni persona e la verità di questi incontri, in cui veramente ascoltava e condivideva con amore la vita dell’altro, oltre al suo spirito di preghiera e il grande invito a non aver paura, ma a fidarsi di Cristo e della gioia del Vangelo. Quindi il vescovo ha benedetto il busto prima di celebrare l’eucaristia. Nell’omelia Palumbo ha messo in relazione le figure di sant’Anacleto e San Giovanni Paolo II, grandi per la testimonianza dell’amore e della carità e per essere stati pastori autentici e solleciti verso i fratelli.