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  • Braccata in selecontrollo, Febbo attacca: «L’assessore Pepe è disorientato, fa campagna elettorale sui cinghiali»

    “La recente riunione tenutasi ad Atessa relativa alle problematiche dei cinghiali si è rilevata solo la ennesima presa per i fondelli a danno, questa volta, dei sindaci del comprensorio Sangro Aventino e Vastese. A Consiglio regionale sciolto e dopo 52 mesi di amministrazione oggi la Regione trova ancora il coraggio di proporre soluzioni assurde e poco credibili”. 

    A dichiararlo è il Consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo che sottolinea quanto segue: “La giunta D’Alfonso, dopo aver creato danni enormi sul territorio con scelte scellerate adesso cerca di rabbonire, in pieno clima pre elettorale, chi sta sul fronte dei problemi, cioè i primi cittadini, senza rendersi conto che tutte le scelte operate negli ultimi anni in materia di caccia dal disorientato assessore regionale Pepe sono andate esattamente nella direzione opposta”. “Penso – prosegue Febbo – che sia impossibile credere ancora al fatto che “in poche settimane” come letteralmente dichiarato da Pepe, “ci si faccia carico del cambiamento della legge nazionale 157” dopo aver fatto poco o nulla in questi ultimi anni. Come d’altronde l’assessore Pepe non è credibile sull’allungamento del periodo di caccia in braccata da tre a cinque mesi né sulla possibilità di inserire nelle attività di controllo la braccata dato che l’argomento è stato già ampiamente discusso in tutte le sedi competenti, comprese quelle scientifiche e politico-istituzionali e sonoramente fatta tramontare ormai da anni. La realtà è che l’assessore regionale Pepe avrebbero dovuto gestire in maniera completamente diversa il problema, specie quando si è trattato di coordinare la riforma delle Province. Infatti, nulla è stato fatto da Pepe e dal vice presidente Lolli quando hanno svuotato,  riducendole  a quattro gatti, le fila degli appartenenti alla Polizia provinciale, delegata dalla norma nazionale a coordinare il controllo; nulla hanno fatto allorquando è stata impugnata la legge regionale 10 sulla caccia laddove si prevede l’utilizzo anche dei cacciatori-selecontrollori. Non solo, hanno osteggiato con decreti di giunta a stampo “animalista” tutte le iniziative finalizzate a ridurre le popolazioni di cinghiali, con provvedimenti assurdi come i Piani di gestione dei Sic, i calendari venatori penalizzanti, le variazioni al regolamento, da noi inizialmente ben stilato, completamente errate, gli obblighi di verifica delle carni ai limiti del verosimile se abbinati alla poca disponibilità a coordinare centri di raccolta per le analisi e la lavorazione delle carni, ma soprattutto provvedimenti che hanno finora disincentivato completamente i cacciatori, diciamolo, a partecipare alle attività di prevenzione. Queste ultime, cioè le attività di controllo/prevenzione, così come impostate da questa giunta che prende in giro i cacciatori, state spesso “snobbate” perché in contrasto con le finalità “ludiche” della caccia, specie quando l’abbattimento dei capi sul territorio determina un decremento che incide sull’attività a cosiddetta “caccia aperta”. “Pertanto – spiega il Consigliere di Forza Italia – ritengo queste ultime proposte provenienti dalla fallimentare giunta dalfonsiana solo fumo negli occhi senza dare risposte concrete ad un comparto delicato come la caccia né ai suoi territori. Nei prossimi mesi tornerà alla giuda della Regione Abruzzo un governo capace di riorganizzare leggi importanti come quella sui Sic a quella sulla Forestazione, ricreando con variazioni al regolamento e provvedimenti speciali da coordinare con i primi cittadini, l’equilibrio naturalistico e faunistico di cui l’Abruzzo ha urgente bisogno così da evitare – conclude Febbo – di raccontare fandonie sull’ampliamento dei periodi di braccata e la variazione della nazionale 157”.

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