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  • Caccia al cinghiale, troppi pericoli per gli escursionisti

    Riceviamo e pubblichiamo da un lettore. 

    Carissimo Direttore,

    se posso avere un po’ di spazio vorrei fare una segnalazione con la quale sollevare un problema che riguarda molti di noi ed è di grande attualità in questo periodo.

    Premetto che non sono un ”fondamentalista anticaccia” ma neanche un simpatizzante: devo però ammettere che questo sport può creare danni ed incidenti gravissimi.

    Mi chiedo e chiedo ai cacciatori: è possibile che durante le giornate di caccia una persona o una famiglia non possa tranquillamente recarsi in campagna per una escursione, per attività agricola o per altre attività senza correre il rischio di essere impallinati?

    Mi spiego: sabato e domenica con un numeroso gruppo di amici, tra cui molti bambini abbiamo trascorso le intere giornate nella mia casa di campagna in località Acquasalsa del nostro Comune.

    Ebbene, per due giorni, da mattina a sera, abbiamo udito decine e decine di spari di cacciatori che, come mi ha spiegato qualcuno esperto, stavano cacciando i cinghiali.

    Questi individui sparavano a poche decine di metri dall’abitazione e quindi da noi. Ho segnalato la cosa, telefonicamente, al Corpo Forestale dello Stato ma in sostanza mi hanno risposto che i cacciatori possono sparare purchè a distanza di almeno 150 metri dalle abitazioni.

    Ora, facendo una rapido calcolo, pur non essendo scienziati capiamo perfettamente che i proiettili dei fucili giungono a bersagli ben oltre i 150 metri!!!

    Ed in ogni caso ritengo che un cacciatore che si vede passare la preda davanti non stia lì a pensare e verificare che oltre alla preda ci siano persone o cose alle quali i il colpo può arrecare danno: istintivamente preme il grilletto e poi succeda quel che succede.

    Voglio ricordare ai cacciatori ed agli Enti preposti al controllo che nella zona di C.da Acquasalsa esistono diverse abitazioni quotidianamente frequentate dai proprietari; vi sono numerosi poderi su cui ogni giorno i proprietari esercitano attività agricola; vi si recano i pescatori e soprattutto che a pochi metri vi è la Fondovalle Verrino con decine e decine ai automezzi che la transitano.

    Ma lo stesso discorso vale per tutte le altre contrade di Agnone nelle quali è possibile cacciare.

    Dopo la mia telefonata al 1515, l’addetto del Corpo Forestale mi ha fatto quasi capire che dobbiamo essere noi “non cacciatori” a sapere in quali giorni è aperta la caccia e… quindi a non frequentare le zone di caccia !

    Ma è ridicoilo!!!

    Io non posso avere la libertà con la mia famiglia o con i miei amici di passeggiare nelle campagne di Agnone!

    Ritengo che il Corpo Forestale dello Stato debba vigilare con maggiore attenzione affinchè non accadano tragedie o incidenti come quelle accadute in tempi recenti.

    Chiaramente la risposta delle istituzioni in questi casi è sempre la stessa: non ci sono risorse, né uomini, né mezzi.

    Allora forse funziona meglio l’organizzazione di una tribù…che lo stato italiano….

    Roberto CARLOMAGNO

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