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  • A caccia in zona vietata, ma non c’è un piano faunistico: assolti cinque cacciatori

    TRIVENTO – A caccia in zona vietata, ma in Molise non c’è un piano faunistico: assolti cinque cacciatori.

    Nel pomeriggio del 14/1/2012, i carabinieri della Stazione di Trivento ricevevano una telefonata che riferiva che alcune persone stavano esercitando la caccia nella località “Verzaro”, ove parte della stessa risulta essere tabellata come zona di ripopolamento e cattura della selvaggina e quindi preclusa all’esercizio della caccia. I carabinieri, coadiuvati dagli agenti della Forestale della locale stazione, intervennero prontamente procedendo al sequestro di un cinghiale di oltre 130 chilogrammi, che veniva dapprima esaminato da un veterinario del posto e poi inviato all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise – Sezione di Campobasso – che provvedeva ad accurato esame anatomo-patologico. Cinque cacciatori venivano così rinviati a giudizio per il reato di caccia in zona vietata, rischiando l’arresto fino a sei mesi e l’ammenda da € 450 a € 1.500 ciascuno.tagliamonte a belmonte

    Dopo diverse udienze, nei giorni scorsi la causa è stata discussa e il Tribunale di Campobasso, accogliendo la tesi dei difensori (Avv. Alfonso Tagliamonte e Avv. Lucio Epifanio) ha assolto tutti gli imputati “perché il fatto non sussiste” dispondendo altresì la restituzione dei fucili precedentemente sequestrati.

    «Interessante sarà leggere la motivazione della sentenza – commenta l’avvocato Tagliamonte, esperto cacciatore (primo a destra nella foto, ndr) – perché è stato dimostrato che gli imputati non erano all’interno della zona tabellata, che il cinghiale era stato ferito all’esterno di essa in occasione di una regolare battuta di caccia e si era diretto all’interno della zona vietata, ove veniva poi rinvenuto morto dai carabinieri e dalla forestale. E’ stato poi sostenuto che comunque nel Molise non esistono Z.R.C. (Zone di Ripopolamento e Cattura), in quanto la loro istituzione è avvenuta con l’approvazione del piano faunistico da parte del Consiglio regionale in data 24/6/1998 con deliberazione n. 191 e che la durata del piano, ai sensi di legge, è limitata a cinque anni. Di conseguenza, non avendo la Regione provveduto successivamente, come dimostrato anche con certificazioni rilasciate dall’Ente Provincia e dalla stessa Regione, all’approvazione di successivi piani che prevedessero gli stessi vincoli per la zona predetta, nel Molise tutti i vincoli e in particolare quelli inerenti le zone di ripopolamento e cattura sono da considerarsi scaduti sin dalla data del 24/06/2003, cioè da oltre undici anni».

    L’avvocato Tagliamonte invita comunque tutti cacciatori «a evitare l’esercizio della caccia in tali zone, sia per l’importante funzione dalle stesse svolte per l’irraggiamento della selvaggina nei territori circostanti e sia perché i preposti alla vigilanza potrebbero comunque rilevare infrazioni sulla base di tabelle ancora esistenti e che le Provincie non hanno smantellato in previsione dell’approvazione dei successivi piani, le cui procedure, anche se con notevole ritardo, sono in corso di espletamento. Ogni dubbio per i cacciatori e per gli agenti potrà essere così fugato solo con l’approvazione del Piano Faunistico Regionale che, ai sensi della legge regionale 10/08/1993, n. 19, all’art. 6, c. 7 così testualmente dispone: “Il Piano faunistico – regionale che realizza il coordinamento dei piani provinciali é predisposto dalla Giunta Regionale, sentita la Commissione Regionale Competente, é approvato dal Consiglio Regionale, ha durata quinquennale e può essere rivisto nel corso della sua efficacia”».

    «Di anni ne sono passati undici da quando è scaduto il vecchio piano faunistico, troppi e per i quali l’inerzia della Regione non può trovare alcuna giustificazione. – chiude polemicamente l’avvocato Tagliamonte – Speriamo che il consigliere delegato Cristiano Di Pietro che ha ricevuto da pochi mesi la delega alla caccia riesca a dotare anche la Regione Molise di tale importante strumento di pianificazione venatoria».

    a cura di Francesco Bottone

    effebottone@gmail.com

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