Caccia di selezione al cinghiale, Copagri: «Troppo pochi i capi da abbattere nel Vastese».
Il piano di prelievo prevede l’abbattimento di appena trecento ungulati, a differenza di quello del Chietino-Lancianese che arriva oltre i mille.
Riceviamo dall’associazione Copagri Abruzzo e pubblichiamo la seguente nota a firma del presidente regionale Camillo D’Amico:
«La Copagri Abruzzo ha sempre sollecitato la Regione ad essere tempestiva e solerte nelle sue iniziative per dare continuità alle azioni tese a contenere numericamente i cinghiali presenti nel territorio. La Copagri Abruzzo, partecipando ai vari tavoli istituzionali, ha pure formulato delle proposte proprie frutto di occasioni pubbliche di confronto con i rappresentanti del mondo venatorio, agricolo ed ambientale; proposte non sempre accolte ma degnamente valutate nel loro complesso al pari di quelle formulate da altri portatori d’interesse. Riteniamo che l’avvio della revisione del Piano Faunistico Regionale sia un’opportunità da cogliere per ridisegnare un futuro venatorio rispettoso dell’ambiente e dove si metta al centro degli interessi complessivi quelli del mondo agricolo unico settore produttivo in crescita occupazionale il quale garantisce anche una concreta tenuta fisica del territorio. Ancora una volta ribadiamo la necessità che la Regione attui una concertazione continua ed attiva con tutti i portatori d’interesse per mettere in campo azioni plurali che consentano una concreta e duratura diminuzione del numero dei cinghiali. Riconfermiamo che la caccia, nelle sue diverse forme, è un ottimo palliativo nel contenimento numerico, ma non risolutivo del problema. Sollecitiamo gli A.T.C. all’avvio solerte ed immediato dell’autorizzata caccia di selezione e la Regione Abruzzo ad ampliare il numero massimo dei capi da abbattere che, in taluni casi come il “Vastese”, risultano ampiamente ridotti e sottostimati (solo 300) rispetto alla numerosa popolazione di cinghiali presente che continuano a produrre notevoli danni alle colture agricole, numerosi incidenti con grave pericolo per l’incolumità delle persone. Chiediamo alla Regione la pronta attivazione dell’apposita misura interna al Psr Abruzzo 2014/2020 tesa alla creazione dell’apposita filiera produttiva del cinghiale generando così anche dell’occupazione aggiuntiva, stabile e duratura».