AGNONE. Notte di fine anno sinonimo di divertimento, mangiate, spumante, balli e brindisi per festeggiare degnamente l’arrivo del nuovo anno. Tuttavia c’è chi, lasciando a casa i propri cari, ha garantito l’emergenza-urgenza. In quello che è stato l’ultimo giorno del 2018, a poche ore dalla mezzanotte, l’Eco online si è recato in due avamposti dove uomini e donne erano pronti ad intervenire in caso di soccorso. Il viaggio inizia nel distaccamento dei Vigili del fuoco in via Degli Emigranti dove ad accoglierci c’è il capo squadra Ennio Scampamorte con i suoi fido scudieri Andrea, Vincenzo, Francesco e Daniele, questi ultimi tre provenienti dalla provincia di Napoli. Tranquilli, sorridenti ci offrono una fetta di panettone perché dopo tutto è Capodanno anche per loro. Bandito l’alcol anche se la tentazione di un bicchiere di spumante è forte.
“Questa sera non si può, siamo in servizio – avverte Ennio – ma domani sicuramente brinderemo anche noi”. Il turno è iniziato alle ore 20 e terminerà alle 8 di domattina. “Essere Vigili del fuoco comporta lavorare anche e soprattutto in questi giorni di festa quando tutti si divertono – ammette Andrea, uno dei più giovani della squadra – fa parte della nostra mission e ormai non ci facciamo neanche più caso”. A farli sentire orgogliosi della divisa che indossano le parole del capo dello Stato, Sergio Mattarella che, a reti unificate, ha appena concluso il discorso di fine anno citando proprio i Vigili del fuoco e le Forze dell’Ordine impegnati a garantire la sicurezza nel Paese. Il distaccamento di Agnone copre una vastissima zona che comprende anche l’Alto Sangro, diversi centri del Vastese fino ad arrivare sulla Trignina al confine con l’Abruzzo. “Speriamo le condizioni meteo reggano – sottolinea Daniele – comunque siamo attrezzati e pronti a qualsiasi evenienza”. Gli fa eco Francesco: “Nonostante arriviamo da un posto caldo come Napoli, siamo qui da tempo e abbiamo imparato a fronteggiare situazioni anche estreme grazie e soprattutto ai consigli dei vigili del posto, veterani di neve e ghiaccio”. Alla mezzanotte manca poco, ci stringono la mano e li salutiamo augurandogli un buon anno. Il nostro viaggio continua e allo scoccare del 2019 ecco che entriamo nella sala operativa del 118 dove con la dottoressa Agnese Petti ci sono gli infermieri professionali Vito, Paolo ed Angelo.
La tv è accesa su Rai Uno quando Amadeus inizia il conto alla rovescia. Tra una fetta di panettone e un goccio minimal di prosecco arriva il fatidico momento. Nella stanza accanto, quella del Pronto soccorso, il dottor Nicola Scorpio, l’infermiere Nicola e la dottoressa della guardia medica, Antonella Virgilio. Uno scambio rapido di baci e pacche sulle spalle ma con l’orecchio sempre attento a telefoni e radio. “Non si sa mai” commenta la dottoressa Petti, arrivata da Isernia. “Per il momento sembra tutto tranquillo” aggiunge il collega Scorpio, mentre fuori si sentono rumorosi i botti nonostante i divieti. “Non è il primo anno che lavoro a Capodanno” rincara Vito che viene sollevato dalle parole di Nicola il quale ammette: “A me quest’anno è toccato anche a Natale, ma non importa, l’importante è portare il pane a casa”. Fuori il freddo si fa sentire con le temperature scese sotto lo zero.
Il presidio di Agnone resta l’unico in un territorio difficile come quello del Molise altissimo. Inutile dire che andrebbe potenziato, inutile ribadirlo anche ai presenti ai quali non resta che fare spallucce. Ci salutano con calore, ricambiamo e proseguiamo la nostra notte al terzo piano del “Caracciolo”. Li dove un tempo c’era la Chirurgia, oggi c’è il reparto di Medicina, l’unico rimasto della struttura di frontiera a cavallo tra quattro province: Isernia, Campobasso, Chieti e L’Aquila. Dormono tutti, o quasi. Sveglie le due infermiere Filomena e Silvana che hanno appena finito di mangiare una fetta di pandoro. Nessun medico in corsia. “C’è il dottor Legge reperibile, abita a due passi dall’ospedale” ci dicono rassicurandoci. “Funziona così. In caso di emergenza ci sono i dottori del Pronto soccorso e del 118”. Impossibile non scambiare qualche ricordo di quello che è stato l’ospedale di Agnone in passato. “Una clinica svizzera dove arrivavano da ogni angolo del Molise e non solo grazie a professionalità e umanità che da sempre hanno contraddistinto questo piccolo ma efficace ospedale. Adesso non ci resta che difenderci”. Non aggiungono altro. D’altronde le responsabilità dello smantellamento sono ben note a tutti. Classe politica e istituzioni in primis. Ma questo è un altro capitolo che affronteremo nel nuovo anno. Oggi il nostro ringraziamento a queste persone, madri e padri di famiglia che nella notte di Capodanno ci hanno fatto sentire più sicuri. Auguri.