AGNONE – Case di riposo ancora ignorate: «Subito tamponi per anziani e operatori».
Le Residenze assistenziali molisane si uniscono in questo periodo di forte apprensione e chiedono di non ripetere gli errori di alcuni paesi del Nord Italia, lanciando di nuovo l’allarme: «Se tra gli operatori c’è un asintomatico, per i nostri anziani è la fine».
In una nota a firma di Giuseppe Colamaio di Confcooperative Molise si legge: «L’appello, a distanza di pochi giorni dal primo, dopo il susseguirsi di diversi allarmi lanciati dal mondo politico e sociale locale, arriva di nuovo ed è indirizzato sempre al Presidente della Giunta Regionale del Molise, Donato Toma, e al Direttore Generale dell’A.S.Re.M., Oreste Florenzano. Le Strutture socio assistenziali molisane, preoccupate per l’evolversi della situazione da contagio Covid-19 sull’intero territorio regionale, hanno deciso di formare un unico coro e lanciare un nuovo invito agli organi preposti, quello dell’effettuazione dei tamponi rino-faringei a tutta la popolazione delle case di riposo, che siano essi anziani (categoria più fragile in questo periodo) oppure operatori socio-sanitari ed infermieri. Difatti, il rischio, secondo i gestori delle strutture residenziali, qualora non venissero effettuati i dovuti controlli, sarebbe quello di ritrovarsi personale asintomatico a stretto contatto con i nonni residenti nelle case di riposo, vettori diretti dunque di un virus che ancora oggi è molto diffuso in quasi tutti i paesi molisani. Molti operatori, denunciano i gestori, provengono anche dalle zone rosse decretate con ordinanza presidenziale, dunque se portassero il contagio fuori dai Comuni di residenza sarebbe stato inutile inibire tali paesi, considerato che gli operatori sanitari e socio-sanitari possono entrare ed uscire tranquillamente da suddette zone. A questo si aggiunge che molti anziani presenti nelle strutture di riposo, svolgono quotidiane terapie ospedaliere come dialisi, chemioterapie ecc. Dunque anch’essi devono essere sottoposti alla verifica con il tampone oppure occorre predisporre dei reparti di isolamento presso i P.O., gli alberghi o nelle diverse strutture ricettive presenti sul territorio, come già avviene in diverse regioni italiane».