Da Vincenzo Scarano, capo gruppo di minoranza di “Agnone Identità e Futuro”, riceviamo e pubblichiamo.
L’11 maggio 2018, con un ingiustificato ritardo, il Comune di Agnone ha pubblicato la Delibera del Consiglio Comunale n. 11 del 28 febbraio 2018 in cui sono state trattate anche le due distinte Interrogazioni ex art. 37 del Consiglio Comunale con cui il 24 gennaio 2018, in qualità di capogruppo di minoranza “Agnone Identità e Futuro”, ho chiesto delucidazioni in merito sia alla realizzazione delle centrali idroelettriche per la captazione delle acque del torrente Gamberale, del Vallone “Zelluso”, del Botro “Vecchiarelli” e della Sorgente “Fonte Sambuco” sia all’EGAM.
Nonostante l’espressa richiesta a riguardo, per entrambe le interrogazioni non ho ricevuto la risposta scritta, ma solo una risposta verbale che mi è stata letta al suddetto Consiglio Comunale.
Eppure, gli argomenti in questione avevano e hanno una importante rilevanza per la collettività -soprattutto agnonese-, avrebbero meritato anche l’attenzione e i propositi a riguardo da parte dei vari schieramenti politici in occasione della tornata elettorale regionale e, tuttora, meritano l’opportuna considerazione, tenuto conto delle ricadute non solo economiche che comporteranno per il nostro territorio.
Ancora una volta, come avevo già fatto nell’agosto 2016, rilevo che l’amministrazione deve assumere un atteggiamento oppositivo più concreto nei confronti della Regione Molise e che deve, correttamente e adeguatamente, informare la cittadinanza.
Non è vero, come sostiene la maggioranza, che la captazione delle acque dei torrenti in questione comporterà “una opportunità di remunerazione per il Comune di Agnone a fronte di un processo di sfruttamento della risorsa idrica che sarà condotta con modalità non particolarmente impattanti sotto il profilo ambientale”.
Sulla opportunità di realizzare le suddette centrali idroelettriche rappresento che nessun comitato e/o associazione del territorio agnonese -o comunque ad esso interessati- ha partecipato alle valutazioni, non solo economiche o ambientali.
In verità, tali centrali idroelettriche -assolutamente ingiustificate, anche per la modesta quantità di energia che sarebbero in grado di produrre- comporteranno la realizzazione di opere e lavori che stravolgeranno e rovineranno irrimediabilmente le nostre bellezze e risorse naturali.
Il torrente Gamberale, il Vallone “Zelluso”, il Botro “Vecchiarelli” e la Sorgente “Fonte Sambuco” costituiscono una parte delle nostre bellezze paesaggistiche che non deve essere snaturalizzata.
Ciò non è compatibile con la valorizzazione del nostro territorio anche ai fini turistici.
Peraltro, la portata d’acqua interessata sembra non sia sufficiente a giustificare la realizzazione di opere così devastanti, che, anche da un punto di vista economico, non assicureranno alcun beneficio al nostro territorio.
Infatti, la modesta quantità di energia elettrica che si dovrebbe produrre da ogni singola centrale idroelettrica è talmente esigua che, così come previsto dalla normativa in materia, non legittima alcuna provvigione economica per l’ente comunale.
Ribadisco, quindi, la necessità di coinvolgere la cittadinanza e di aprire un dibattito pubblico sulla situazione, sulla legittimità e sull’opportunità di realizzare le infrastrutture in questione che hanno un’assoluta rilevanza sociale perché avranno un impatto negativo sull’ambiente, sulla città e sull’assetto del territorio.
E tutto ciò al fine di ottenere una soluzione politica con la Regione Molise e/o gli altri enti preposti, prima che si debba arrivare necessariamente dinanzi ad un Giudice per impedire un danno irrimediabile per le nostre bellezze naturali.
Allo stesso modo, ritengo opportuno che il Comune di Agnone coinvolga l’opinione pubblica e i Comuni dell’Alto Molise perché si ottenga una soluzione politica con la Regione Molise e/o gli altri enti preposti per la questione dell’EGAM e ciò anche se, così come dalle mie osservazioni di cui alla Delibera n. 31 del Consiglio Comunale del 7 giugno 2017 e dalla mia espressa interrogazione del 24 gennaio 2018, il Comune di Agnone, con delibera di Giunta n. 20 del 30 gennaio 2018, ha proposto ricorso dinanzi al T.A.R. Molise avverso il Decreto del Presidente della Giunta Regionale del Molise n. 111 del 18 dicembre 2017.
Vista la nuova amministrazione regionale, ritengo doveroso invocare la modifica all’attuale normativa in materia, atteso che il comma 1 dell’art. 8 della Legge della Regione Molise n. 4 del 2017 esclude la presenza di diritto di Agnone all’interno del Comitato d’Ambito che amministra l’organo deputato alla gestione delle acque pubbliche.
Il legislatore regionale, infatti, non spiega le ragioni di questa esclusione né tiene conto del quantitativo di acqua prodotta dal territorio agnonese, che, nella fattispecie, è sicuramente superiore rispetto, ad esempio, a quello di Termoli.
Ritengo, dunque, quantomeno opportuno che il Sindaco di Agnone, anche in rappresentanza dei Comuni dell’Alto Molise, abbia il diritto di formare, ai sensi del comma 1, lettera a), dell’art. 8 della Legge della Regione Molise nr.4 del 2017, il Comitato d’Ambito, così come i sindaci dei comuni di Campobasso, Isernia, Termoli, Bojano e Venafro.
Inoltre, ribadisco che l’attuale previsione normativa in materia non prevede alcun beneficio economico o di altra natura per chi produce l’acqua e che sarebbe opportuno un miglior principio, per la comunità di Agnone e dell’Alto Molise, quello di dare un più giusto riconoscimento in tal senso, soprattutto tenendo conto dei benefici che altri territori ne traggono.