Dal 1° luglio scorso l’ambulatorio di nefrologia ha chiuso i battenti all’interno dell’ospedale Caracciolo di Agnone. E’ quanto denuncia in una intervista rilasciata alla Tgr Molise, don Francesco Martino, vice-segretario dell’associazione nazionale emodializzati Abruzzo – Molise e lui stesso in cura presso il centro Dialisi di Agnone. Il servizio diretto da Ettore Mastrangelo, responsabile della dialisi altomolisana, effettuava circa 200 visite all’anno su tre giorni a settimana attirando anche utenza extraregionale. Dal primo luglio scorso Mastrangelo ha deciso di buttare la spugna e rimandare ad altre strutture i piani terapeutici e le visite.
“Da solo non ce la faccio ad assicurare entrambi i servizi – ha dichiarato il medico originario di Castiglione Messer Marino – E’ una vicenda che va avanti da 14 anni senza che nessuno prenda a cuore la situazione divenuta ormai insostenibile”.
Da quanto si apprende Mastrangelo ha comunicato all’Asrem il suo disimpiego a tenere aperto l’ambulatorio a partire dal mese di maggio, ma da allora non è pervenuto alcun segnale che potesse salvaguardare il servizio. “E’ questa una decisione che danneggia i tanti pazienti con insufficienza renale che oggi rischiano seriamente di arrivare alla dialisi con tutte le conseguenze del caso e tra queste gli elevati costi per le cure. Parliamo di 18-20 visite al mese, dunque numeri accettabili, ma tant’è” ha rimarcato don Francesco Martino che inoltre è tornato a sollevare il tema dei trasporti rimborsati fino ad un quinto delle spese sostenuto.
“Continuiamo a ricevere segnalazioni soprattutto da persone con gravi disabilità e indigenti che non ce la fanno a sostenere le spese per il trasporto mensile. Il problema è stato segnalato più volte a chi di competenza – ha sottolineato don Martino – ma purtroppo in Molise il proverbio: non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire, resta attuale”. Il detto vale anche per il vetusto impianto di osmosi del centro dialisi dove sono in cura 11 pazienti i quali potrebbero crescere nel mese di agosto. “Ebbene – riprende don Martino – malgrado da dicembre del 2022 chiediamo la sostituzione dell’apparecchiatura che serve per depurare l’acqua utilizzata in fase di terapia, non abbiamo ricevuto risposta. Il rischio a cui si va incontro è che l’impianto di vecchia generazione potrebbe, da un momento all’altro, avere seri problemi di funzionamento e mettere a rischio chi si sottopone alla dialisi. Occorre quindi un moderno impianto anche se a Campobasso si continuano a fare orecchie da mercante”.
Ma le criticità alla vigilia di agosto si registrano anche in altri ambulatori totalmente sprovvisti di un cardiologo, di un urologo e ortopedico. Per non parlare della carenza di personale nel laboratorio di Radiologia dove la nuova Tac resta inutilizzata. Ciliegina sulla torta il pensionamento a partire dal 1° agosto del direttore sanitario, Wilma Sferra, figura indispensabile per l’organizzazione dei servizi. Insomma, al ‘Caracciolo’ piove sul bagnato…