Consigli per mantenersi in salute con la dieta mediterranea
Mangiar sano anche in tempi di crisi
Oltre ad essere definita patrimonio immateriale dell’umanità dall’UNESCO, la Dieta Mediterranea, continua a far parlare di sè anche nell’ottica dell’EXPO del 2015. Ma ciò su cui ci si è soffermati oggi al Polo Didattico del Neuromed, durante l’ECM “Stili di vita e malattie croniche degenerative” è proprio il rapporto che intercede tra la corretta alimentazione e patologie a forte impatto sociale come Alzheimer, Parkinson e malattie vascolari.
Caratterizzata da un modello nutrizionale vario e costituito da olio di oliva, cereali, frutta fresca o secca, verdure, pesce, latticini e moderata quantità carne, spezie, infusi e vino, la dieta mediterranea è nata come la dieta dei poveri, era la dieta dei contadini e delle persone che non avevano molte risorse per mangiare la carne e grassi animali e che quindi si nutrivano con i prodotti del campo e con i cibi che potevano reperire facilmente.
Oggi il paradosso, questo modello alimentare è costoso e in tempi di crisi, non avendo la possibilità di comprare pesce, frutta e verdura, rischia di essere sostituito dal consumo dello Junk food ovvero del cibo spazzatura che riempie ma non aiuta la nostra salute.
Un approfondimento, da intendersi come utili suggerimenti per la salute partendo proprio dalle abitudini che assumiamo sulla nostra tavola, ci è offerto dal Prof. Giovanni de Gaetano, responsabile scientifico del corso e del Dipartimento di epidemiologia e prevenzione di Neuromed:
“Lo Junk food è pieno di sostanze ossidate, non ha vitamine e non ha sostanze protettive per l’organismo. Anche quando la crisi terminerà, il pericolo è che aver mangiato male in questi anni, soprattutto per i più giovani, potrà avere conseguenze a medio e lungo termine. Occorre mangiare in maniera adeguata, non fumare e fare attività fisica.
La dieta mediterranea è il modello più adeguato per la salute. Occorre mangiare cereali, frutta, verdura,vegetali,legumi, pesce e poca carne, un bicchiere di vino a pasto. Occorre tornare a consumare il pane nero, ritornare ai prodotti integrali che contengono fibre e aiutano la funzione intestinale. Bisogna tornare alle buone abitudini, occorre ricordare che i carboidrati sono importanti ma consumare al massimo 50 – 70 gr di pasta al giorno,prediligere quelli a basso impatto glicemico e i legumi.
Seguendo lo stile di vita consigliato pocanzi, si può accertare una riduzione della mortalità in generale, in particolare per malattie vascolari e tumori. Si riduce anche il rischio di malattie neurodegenerative (ad esempio Parkinson e Alzheimer). La dieta mediterranea infatti contiene sostanze antiossidanti. Occorre tornare alla pasta e fagioli e lenticchie, al farro, che sostituiscono le proteine contenenti nella carne e nel pesce.”
Presente all’evento anche Marialaura Bonaccio che ha recentemente pubblicato uno studio sulla nota rivista scientifica Blood. Per la prima volta è stato osservato che seguire lo schema della dieta mediterranea riduce nel sangue il numero di alcune cellule quali globuli bianchi e piastrine che sono cellule infiammatorie, cioè quando aumenta il loro numero c’è in corso un disturbo dell’organismo. Anche mangiando in maniera ricca di fritti, ovvero sostanze ossidate, l’organismo reagisce con uno stato infiammatorio che alla lunga produce malattie infiammatorie anche degenerative. Seguendo la dieta mediterranea questo rischio si riduce.