AGNONE – L’aumento delle tasse per i cittadini determinato dai ritardi dell’amministrazione Marcovecchio nel portare avanti il programma sulla raccolta differenziata si prospetta ancora più alto di quello previsto. Dopo aver avuto modo solo ieri di visionare il PEF – Piano economico finanziario del Comune di Agnone sul ciclo dei rifiuti, l’ex vicesindaco Maurizio Cacciavillani vuole informare, nel dettaglio, su quanto gli agnonesi si ritroveranno in bolletta e sui motivi di tale aumento dei costi. Se nel 2016 il PEF era di 554.341 euro, nel 2017, con la nuova amministrazione, è di 627.778. Si tratta, cioè di 73.437 euro in più. Una previsione che, se confermata in consiglio comunale, vedrà i cittadini di Agnone alle prese con aumenti in bolletta fino ad oltre 100 euro in più ad utenza. Non si tratta, dunque, solo di 28mila euro, ma di somme ancora più corpose che incideranno sulle tasche della cittadinanza. Costi esagerati che, secondo Cacciavillani, si possono ancora evitare.
«Ribadisco, nonostante i proclami della vicesindaco Linda Marcovecchio – spiega Maurizio Cacciavillani – che se il sistema di raccolta differenziata fosse stato portato avanti così come programmato, non ci sarebbero stati aumenti, ma solo miglioramenti. La vicesindaco dice che i costi sul ciclo dei rifiuti sono stati sottostimati dall’amministrazione Carosella, in realtà sono stati calcolati puntualmente, in previsione di arrivare al 65% della differenziata, un obiettivo che bisogna impegnarsi a raggiungere con azioni concrete e non previsioni di spesa maggiori che influiscono sulle bollette degli agnonesi». Cacciavillani evidenzia che l’amministrazione Marcovecchio fin da principio non ha creduto nei vantaggi, sia ambientali che economici, della raccolta differenziata porta a porta, denigrando tale operazione, fortemente voluta dall’amministrazione Carosella, già in campagna elettorale. Nel programma del gruppo “Insieme per Agnone” con Lorenzo Marcovecchio sindaco si legge, infatti, a pagina 3: “l’attuale classe politica crede di poter illudere tutti noi gettando “fumo agli occhi” con la favola della raccolta differenziata o della installazione dei lampioni al LED che non rappresentavano e non rappresentano di certo le priorità di un territorio”. Inoltre, a pagina 9, il gruppo di centrodestra ora in maggioranza stigmatizza sulla necessità di dover puntare sul porta a porta, invitando i cittadini ad utilizzare anche il sistema tradizionale di conferimento dei rifiuti, cioè tramite i cassonetti. Quegli stessi cassonetti di cui è evidente il fallimento: quando il porta a porta non c’era in città, i livelli di differenziata erano ai minimi, solo al 3%. Si legge, dunque, nel programma di “Insieme per Agnone”: “…creare delle isole ecologiche da dislocare in aree della Città ponendo il cittadino nella possibilità di scegliere di conferire mediante il sistema porta a porta o mediante il sistema tradizionale…”
E’ evidente, sia nelle parole che nei fatti, che l’attuale amministrazione non crede possibile il raggiungimento del 65% di raccolta differenziata e lo si vede da quanto inserito nel piano finanziario. Linda Marcovecchio sottolinea che nel primo triennio del 2016, la differenziata si attestava in media al 42%. «E’ un dato falsato – spiega Cacciavillani – che viene fuori dal fatto che solo a metà gennaio 2016, il sistema di differenziata porta a porta era stato esteso a tutta la città. Infatti a gennaio 2016, la differenziata era solo al 33%. Ma già ad aprile del 2016 abbiamo raggiunto il 55%. Ora siamo tornati al 44% ed è trascorso un anno. Questo evidenzia in modo ancora più palese che se il sistema poker fosse stato esteso alle campagne entro settembre 2016 e il programma fosse stato portato avanti con impegno, il risultato del 65% sarebbe una realtà». Cacciavillani spiega che anche nel 2013, quando si è dato il via al porta a porta (in 1/3 della cittadina) c’è stato un lieve aumento delle spese dovuto ai costi di startup, ma già nel 2014 gli agnonesi hanno ottenuto una riduzione di circa 40 euro sulle tasse da pagare per i rifiuti a famiglia. Dunque, quando il sistema entra a regime i costi vengono facilmente abbattuti. Entrando ancora più nel dettaglio, per dare ai cittadini elementi concreti su cui riflettere, Maurizio Cacciavillani aggiunge che se le spese previste nel 2016 per i rifiuti organici e secchi residui erano di 80mila euro (con la maggioranza Carosella), oggi l’amministrazione Marcovecchio prevede per il 2017 ben 95 euro.
«Sono 15mila euro in più che si possono evitare, raggiungendo il 65% di differenziata», puntualizza l’ex vicesindaco, che lancia una proposta all’amministrazione per ridurre il PEF: «togliere la spesa di 6.600 euro per le telecamere nel centro di raccolta, che potranno essere installate con i finanziamenti dei PIT e riportare la cifra relativa allo smaltimento dei rifiuti organici e secchi residui a 80mila euro, per recuperare altri 15mila euro». «Più volte – conclude l’ex vicesindaco – mi sono reso disponibile con l’attuale maggioranza per evidenziare scadenze e progetti già approvati, ma senza validi riscontri. Per esempio, per il progetto AlterEnergy che vede il Comune di Agnone pilota in un progetto internazionale sull’uso nazionale dell’energia sono stato due ore nello studio della vicesindaco Marcovecchio, ma quando bisognava andare a Bari a presentarlo in un contesto internazionale che avrebbe segnato per Agnone una buona opportunità, nessuno degli attuali amministratori di maggioranza si è presentato. Se serve una mano, comunque, il gruppo di Nuovo Sogno Agnonese è sempre a disposizione».