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  • Cinghiali in cattività con permessi scaduti, la Forestale deferisce il proprietario

    CAROVILLI – Gli uomini del Corpo Forestale dello Stato del Comando Stazione di Carovilli unitamente ai colleghi del Comando Provinciale di Isernia durante lo svolgimento dei controlli delle aziende zootecniche del territorio provinciale, hanno individuato nel Comune di Chiauci un recinto in cui erano detenuti tre esemplari di cinghiale.

    Gli agenti hanno proceduto ai controlli del caso, tesi ad accertare la liceità della detenzione della fauna selvatica rinvenuta in cattività.

    Al proprietario è stato chiesto di esibire le necessarie autorizzazioni ma i documenti mostrati, apparentemente in regola e rilasciati dalla Provincia di Isernia, sono risultati scaduti da circa 8 anni, violando le disposizioni normative regionali e nazionali.

    Gli animali sono stati sequestrati e, per il momento, sono stati affidati in custodia giudiziaria allo stesso proprietario.

    schermata-2016-10-26-a-15-48-53L’uomo è stato deferito alla Procura della Repubblica di Isernia ipotizzando il reato di illecita detenzione di specie animale pericolosa per la salute e la pubblica incolumità, violando le disposizioni di legge.

    Inoltre, la Forestale ha segnalato quanto accertato sia alla ASL di Isernia, in modo da verificare eventuali violazioni in materia sanitaria e veterinaria, sia alla Regione Molise Ufficio caccia e pesca per i provvedimenti di competenza.

    Le indagini da parte della Forestale di Carovilli continuano per accertare eventuali ulteriori irregolarità e nei prossimi giorni, fanno sapere dal Comando Provinciale, verranno intensificati i controlli nelle aziende zootecniche su tutto il territorio provinciale.-

    Il Corpo Forestale dello Stato effettua controlli di questo genere proprio per verificare la corretta detenzione degli animali ed il loro benessere, assicurandosi però che gli stessi siano tracciabili, registrati e destinati a scopi consentiti dalla normativa vigente, evitando che il mercato clandestino vada ad alimentare traffici diretti alla ristorazione senza alcuna garanzia di sicurezza sanitaria o all’immissione abusiva in ambiente naturale.

     

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