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  • Cinghiali, il tecnico faunistico Di Brita smonta la tesi della matriarca: «L’unica variabile che influenza la riproduzione è la disponibilità di cibo»

    Che la caccia, in particolare la caccia in braccata, faccia aumentare le popolazioni di cinghiali, è una sorta di fantasia propalata ad arte dai detrattori dell’attività venatoria. La famosa tesi della matriarca, in base alla quale il prelievo venatorio produrrebbe un incremento della popolazione e non la sua diminuzione, non ha solide basi scientifiche. Anzi, tutti gli studi, a partire da quelli dell’Isrpa, dimostrano il contrario. Ne è convinto il tecnico faunistico Aldo Di Brita, docente presso presso il Dipartimento di Agricoltura, Ambiente e Alimenti dell’Università del Molise che è intervenuto, nel pomeriggio di ieri ad Agnone, ad un convegno del Gal Alto Molise finalizzato alla implementazione di una filiera selvatica basata proprio sulle carni di selvaggina cacciata.

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