L’ordine è partito chiaramente dalla Regione Abruzzo ed è stato eseguito, forse anche obtorto collo, dalla Polizia provinciale in avvalimento. Sono decine, se non centinaia, i verbali elevati dal corpo assorbito dalla Regione per presunte violazioni amministrative “commesse” da ignari cacciatori di selezione, in particolare nell’Atc Vastese.
In questi giorni, infatti, i cacciatori volontari che, a proprie spese, stanno procedendo al completamento del piano di prelievo dei cinghiali in caccia di selezione, collaborando quindi con la Regione e con la stessa Polizia provinciale, si sono visti notificare, a mezzo posta raccomandata, i verbali di contestazione per «accertata violazione amministrativa».
Richiamando un articolo del disciplinare della caccia di selezione, precisamente l’art. 10 punto 2, i verbalizzanti hanno applicato una sanzione che va da 25 a 250 euro ai cacciatori di selezione, con questa motivazione: «In quanto, in data… , non indicava, sulla App, l’orario di rientro a seguito dell’uscita in caccia di selezione nel territorio dell’Atc Vastese».
In sostanza: i cacciatori hanno in uso un applicativo sul quale devono indicare, al momento dell’uscita in selezione al cinghiale, alcuni dati, tra i quali la posizione georeferenziata, l’orario, il veicolo utilizzato e via dicendo. Al termine dell’azione di caccia, che si sia abbattuto o meno qualche cinghiale, gli stessi cacciatori devono chiudere l’uscita, indicando quindi l’orario di rientro. Se si spara e si abbatte, inoltre, bisogna riempire le previste schede, con tutta una serie di dati.
Può capitare, soprattutto se non si abbatte cinghiali e dunque non si è tenuti a compilare ulteriori documenti, che ci si dimentichi di segnare il rientro, o peggio che l’applicazione non consenta di farlo, per qualche errore interno o perché semplicemente la copertura del segnale, specialmente nelle zone interne, è pessima. Per ciascuna di queste “terribili” dimenticanze, ai cacciatori di selezione, da sempre collaborativi con la Regione e con la Polizia provinciale, sono state elevate sanzioni per cinquanta euro.
Il citato articolo del disciplinare, testualmente recita: «Durante l’azione di prelievo deve essere consultabile attraverso una bacheca o piattaforma informatica, l’effettivo inizio e l’effettiva fine dell’azione di caccia di selezione e l’esatta localizzazione del cacciatore». Nulla viene prescritto in caso di dimenticanza o malfunzionamento della App, dunque nessuna sanzione è prevista. Malgrado questo, la Polizia provinciale ha ricevuto ordine dalla Regione di sanzionare tutti i cacciatori di selezione che hanno dimenticato di segnare il rientro o sono stati materialmente impossibilitati a farlo. Un misero espediente per fare cassa. Quando si dice la collaborazione…
Francesco Bottone