RICEVIAMO da Antonio Campitelli, (nella foto a destra, ndr) presidente regionale della Libera Caccia, e pubblichiamo con la precisazione che «non è una posizione associativa, ma personale».
Mi preme chiarire alcuni aspetti in merito all’applicazione del regolamento regionale per la gestione degli ungulati, visto che in questi giorni ho letto degli articoli che mi hanno lasciato alquanto perplesso.
Innanzitutto debbo contraddire ciò che riferisce il tecnico dell’atc Chietino-Lancianese, Fabio De Marinis, quando dichiara che sull’assegnazione delle zone “non dovrebbero esserci particolari problemi”. I problemi ci sono eccome !!! Questo regolamento è di difficile applicazione perché si presta a troppe interpretazioni, e di conseguenza, in mancanza di chiarezza, un’assegnazione basata su criteri che lasciano spazio ad interpretazioni fantasiose, genera il malcontento generale, facendo così acuire gli attriti tra le squadre assegnatarie, che a volte scaturiscono in vere e proprie liti furibonde. Qualcuno ha forse dimenticato di dire che ci sono già diverse squadre che hanno fatto ricorso in Provincia, e che lunedì scorso (03/08/2015) nella sede dell’atc Chietino-Lancianese, si sono presentati alcuni cacciatori per protestare, e sono dovuti intervenire i Carabinieri per placare gli animi. La conferma di questa incresciosa situazione l’ho avuta ieri sera (10/08/2015), quando ho partecipato ad un incontro per l’assegnazione delle zone nella macroarea 1, proprio quella su cui non dovevano esserci “particolari problemi”. Ebbene, ciò a cui ho assistito mi ha lasciato esterefatto…liti furibonde (sono volate anche parole grosse), totale discordanza tra tutti i capisquadra, palese mancanza dei criteri di priorità per l’assegnazione delle zone, squadre a cui sono stati assegnati dei territori che mai avevano richiesto, ed altre squadre, a cui, anche avendo la totalità dei residenti nell’area richiesta, la stessa non viene assegnata. E dopo tutto questo, il comitato di gestione, approva a maggioranza che le zone assegnate all’interno della macroarea rimangano così come sono, non volendosi assumere le oggettive responsabilità, e passando di conseguenza la “patata bollente” nelle mani della Provincia. La stessa Provincia, che in questi giorni, anche ben conscia dei problemi creati dall’applicazione del suddetto regolamento, boccia la proposta di vocazione territoriale stilata dall’atc Vastese, ed invia una fantasiosa controproposta da portare in approvazione al comitato di gestione. Una proposta che, guarda caso, è molto simile al piano gestionale adottato dall’atc Chietino-Lancianese. A tal proposito, mi viene da chiedermi, non essendo presenti all’interno dell’ufficio caccia provinciale, figure professionali quali biologi, tecnici faunistici o altre figure tecniche equiparabili, chi abbia redatto tale proposta, a che titolo, e soprattutto, dietro quale compenso. Mi preme sottolineare, che all’inerno della proposta fatta pervenire all’atc Vastese, c’è una chiara ammissione da parte della Provincia, dell’inutilità, e dell’inattuabilità di questo regolamento. Infatti in allegato alla planimetria, ci sono delle premesse e della considerazioni tecniche, una delle quali cita testualmente : “poiché non è pensabile lasciare fuori dalla zonazione parti di territorio con consistente presenza di danni, perché, di fatto, anche se il regolamento parla di “eradicazione” e “obiettivo zero” nell’area non vocata, non si può pensare di raggiungere tale obiettivo senza attività venatoria, si è deciso di estendere il “territorio vocato” verso il mare, fino ad arrivare al limite dell’autostrada”. Dunque, ciò che io mi chiedo, e come me tutti gli altri capisquadra dell’atc Vastese, è per quale motivo ci si intestardisca a voler portare avanti un regolamento che non ha le basi per poter essere attuato? Perché la Provincia al posto di fare inutili pressioni sull’atc e sui capisquadra, non fa presente il problema alla Regione e non fa pressione per far modificare questo regolamento?
Detto questo tengo anche a precisare che nell’atc Vastese, non è soltanto l’atc che si oppone fermamente ad un’aberrazione nell’applicazione del regolamento stesso, ma sono soprattutto i capisquadra, che continuano a manifestare la loro ferma intenzione di NON REISCRIVERE LE SQUADRE DI CACCIA AL CINGHIALE se non verrà modificato il regolamento (e per modifiche al regolamento si intendono quelle “pratiche”, che influiscono direttamente sullo svolgimento dell’attività venatoria, e non quelle “burocratiche” che influiscono esclusivamente sulle competenze). Voglio ricordare a tutti, che senza squadre non c’è regolamento da applicare, non ci saranno zone da assegnare e non ci saranno abbattimenti di cinghiali. Ad oggi 11/08/2015 risultano iscritte “0” (ZERO) squadre !!!
A questo punto, mi aspetto, anzi, ci aspettiamo (penso di poter parlare anche a nome di tutti i capisquadra dell’atc Vastese, visto ciò che è emerso nelle ultime riunioni tra gli stessi), che il comitato di gestione e i capisquadra TUTTI, portino avanti con determinazione questa protesta, e di conseguenza, non si approvi quest’aberrante proposta inoltrata dalla Provincia, e non si reiscrivano le squadre di caccia al cinghiale.
L’unione fa la forza….a mali estremi, estremi rimedi !!!!!
Antonio Campitelli
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