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  • Classe 1931, Felice Di Tella di Vastogirardi è l’ultimo “banditore”

    VASTOGIRARDI – Classe 1931, Felice Di Tella di Vastogirardi è l’ultimo “banditore”.
    Vastogirardi è orgogliosa di avere ancora questa figura storica e utile del banditore. Una figura presente, cercata e amata per utilità e simpatia, una mansione che Felice oramai esercita per passione e divertimento da più di 25 anni, ereditata da Odoacre di Benedetto e prima di lui da Domenico Izzi. Nonostante i suoi 85 anni suonati Felice non esita a girare tutto il paese. «Mi tengo in attività e aiuto il cuore e in più cerco anche di fermarmi un attimino per una chiacchierata con qualche persona anziana impossibilitata ad uscire da casa».banditore

    I turisti son divertiti e meravigliati da questa curiosa figura e coloro che ritornano in paese l’estate lo aspettano con affetto considerandolo allegramente come una sorta di sveglia mattutina. La figura del banditore era già conosciuta nel periodo dell’Impero Romano, ma è nel Medioevo che si sviluppa la sua mansione più propriamente popolare: il banditore diffondeva le notizie in modo capillare e molto veloce. Iniziava il suo bando cominciando dai quartieri più popolati e nelle ore in cui era probabile la presenza della gente. Il banditore dell’epoca assumeva un ruolo indispensabile, data la mancanza di qualunque mezzo di informazione. Molte persone usufruivano di questo servizio, venditori di stoffe, ambulanti e commercianti, i quali promuovevano le loro merci tramite il banditore. Spesso il rivenditore pagava il banditore in natura, con frutta, verdura, pesce o con altri generi che gli aveva pubblicizzato. E’ proprio così che funziona ancora oggi a Vastogirardi.
    A L’Aquila, fino al giorno del terremoto, presso il castello, si teneva il raduno annuale dei Banditori d’Italia, una splendida iniziativa che sarebbe bello rivivere, perché no, magari proprio a Vastogirardi, una riunione annuale per tenere viva la bellezza del ricordo e il fascino di questa figura che ormai va scomparendo.

    a cura di Franca Di Tella

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