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  • Comunità montane, Scopino denuncia: «La Regione svende immobili di proprietà comunali»

    Giovedi scorso si è tenuta a L’Aquila in Regione Abruzzo la Commissione di Vigilanza per trattare il punto relativo a “Chiarimenti su atti di vendita immobili della Comunità Montana Montagna Sangro Vastese”, con relatore il Consigliere Regionale Silvio Paolucci che ha richiesto la trattazione dell’argomento all’ordine del giorno.

    «A distanza di ben 12 anni dalla soppressione della Comunità Montana, – spiega Arturo Scopino, Presidente dell’Unione Montana dei Comuni del Sangro – dopo che il valore del patrimonio è notevolmente diminuito, finanche per la mancata manutenzione degli immobili, e l’avvio di onerosi contenziosi posti in essere da alcuni  Comuni per il pagamento dell’IMU, la Regione per risolvere la catastrofica e confusionaria attività legislativa del settore cosa fa?  Vende, o meglio, svende i beni immobili di cui non può disporne, che non sono di sua proprietà e che appartengono ai Comuni per fare cassa e pagare presunti creditori, senza coinvolgere minimamente i Comuni nelle fasi del procedimento, comunicando loro, a cose fatte, solo l’avviso di vendita.

    «La ciliegina sulla torta è stata da un lato la vendita della sede istituzionale dell’Unione Montana dei Comuni del Sangro sita a Villa Santa Maria, già sede della ex Comunità Montana Valsangro, e dall’altro concedendo la sede della ex Comunità Montana Alto Vastese in comodato d’uso gratuito per ben trent’anni anni al Comune di Torrebruna quale sede di servizi comunali ausiliari, Comune che poi ha concesso parte di detto immobile alla ASL per vent’anni in comodato d’uso gratuito. Come suol dirsi, due pesi e due misure».

    A detta di Arturo Scopino, Presidente dell’Unione Montana dei Comuni del Sangro, «si è aperta una delle pagine più buie per la montagna abruzzese. Avvieremo, pertanto, nei prossimi giorni una battaglia non solo politica contro chi ha voluto ed avallato ciò, umiliando ancora una volta i piccoli centri del nostro Abruzzo che erogano servizi, anche essenziali, nei confronti delle loro comunità. Procederemo, quindi, a rimettere una relazione puntuale alla Commissione di Vigilanza regionale al fine di vedere riconvocata la stessa per accertare quanto accaduto e provvedere a una adeguata revisione normativa».

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