L’acqua in paese è razionata, chiusa durante la notte, con il solito alibi della ridotta portata delle sorgenti. La realtà è ben diversa dalla favoletta raccontata dalla Sasi, il carrozzone politico che tenta di gestire il servizio idrico integrato. E cioè che la quasi totalità dell’acqua potabile prodotta dalle sorgenti si disperde a causa delle condutture colabrodo. Un dato acclarato ormai da tempo, citato anche dagli studi della commissione regionale sulla risorsa idrica, e confermato ora da quanto dichiarato dal sindaco di Schiavi di Abruzzo, Luciano Piluso, nel corso del comizio di apertura della campagna elettorale.
«Schiavi è autosufficiente per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico. – ha esordito Piluso – Tutte le sorgenti che alimentano l’acquedotto sono nostre, sia nel centro che nelle frazioni, site sul territorio comunale e nemmeno una goccia d’acqua arriva da fuori».
E fin qui nulla di nuovo, poi però Piluso prende coraggio e denuncia quello che in un qualsiasi paese normale e civile sarebbe uno scandalo e forse anche un episodio perseguibile a norma di legge. «Abbiamo iniziato, come ogni anno, con il razionamento idrico, con le chiusure notturne disposte dal gestore unico, la Sasi spa di Lanciano. – ha spiegato nel dettaglio il primo cittadino – In realtà già da due mesi abbiamo segnalato diverse rotture a danno delle rete idrica, ma la Sasi non è stata in grado di intervenire perché c’è voluto del tempo per individuare la ditta alla quale assegnare i lavori di sistemazione».
Quindi da due mesi preziosa acqua potabile si sta disperdendo, senza mai arrivare né al serbatoio di accumulo né ai rubinetti delle abitazioni, solo perché la Sasi era alle prese con le solite lungaggini burocratiche finalizzate alla individuazione della ditta esterna che materialmente dovrà eseguire gli scavi e le riparazioni. Come se la manutenzione degli acquedotti, quasi tutti realizzati cinquanta anni fa, fosse un evento imprevisto e imprevedibile. Tra l’altro pagata con soldi pubblici, molti derivanti anche dal Pnrr.
Ecco, dunque, il motivo reale della chiusura notturna dell’erogazione idrica: l’acqua che si disperde perché ci vogliono due mesi per dire a qualcuno «ok vai a riparare quella fottuta falla».
In una qualsiasi azienda privata, che offre servizi a pagamento, salterebbe immediatamente la testa dell’amministratore delegato e seguirebbero le scuse, se non addirittura i rimborsi all’utenza. Ma la Sasi sa che se lo può permettere, tanto a pagare sono sempre i cittadini. Resta da capire perché il sindaco Piluso abbia atteso due mesi prima di denunciare l’accaduto.
Francesco Bottone