«Abbiamo riscontrato attenzione da parte degli esponenti politici e sono ottimista sul fatto che si porrà rimedio, mettendo la Polizia provinciale in condizione di incidere positivamente sulle attività di controllo delle popolazioni di cinghiali. Anche se non risolutivo, può essere un primo segnale di attenzione verso quegli agricoltori esasperati che premono ogni giorno di più per portare in piazza la loro rabbiosa frustrazione».
E’ il commento del presidente della Cia (Agricoltori Italiani – Abruzzo), Mauro Di Zio, che nei giorni scorsi ha preso parte alla Conferenza dei capigruppo in Regione Abruzzo, escusso dall’assise sul tema: “Modifica della L.R. 10/2004 (Normativa organica per l’esercizio dell’attività venatoria, la protezione della fauna selvatica omeoterma e la tutela dell’ambiente).
E la Cia ha proposto una rettifica dell’articolo 44 della legge regionale 10/04, recentemente modificato in senso assolutamente restrittivo, che consenta, anche in linea con le sentenze delle supreme magistrature dello Stato, alla Polizia provinciale di avvalersi della collaborazione volontaria e gratuita «dei cacciatori formati, compresi quelli che sono proprietari conduttori dei fondi nei quali si attuano i piani di abbattimento, purché muniti di licenza per l’esercizio venatorio».
Secondo la Cia, inoltre, andrebbe abolita dall’articolo in questione la seguente prescrizione: «proprietari o conduttori dei fondi sui quali si attuano i piani medesimi, nei limiti territoriali dei fondi di proprietà e di conduzione». Questo limite previsto, infatti, introdotto dalla maggioranza a trazione Lega, si traduce nell’impossibilità per i selecontrollori di operare sul tutto il territorio e in ultima analisi nella paralisi degli abbattimenti.
Nei prossimi giorni, in sede di Consiglio regionale, la maggioranza avrà l’opportunità di porre rimedio al pasticcio sotto dettatura fatto in precedenza.