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  • Controllo cinghiali, dietrofront. Pepe: «Il Consiglio rimedia agli errori dell’assessore Imprudente»

    «Il Consiglio regionale deve correre ai ripari e rimediare agli errori commessi dall’assessore Imprudente». E’ il commento dell’ex assessore alla Caccia della Regione Abruzzo, Dino Pepe, attuale consigliere regionale, che entra così nel dibattito innescato dalla recente modifica alla legge regionale sulla caccia. Con una sorta di sveltina inserita in una legge che tratta di un riconoscimento di debiti fuori bilancio, la maggioranza a guida Lega – Fratelli d’Italia, ha messo mano all’articolo 44 della legge 10/2004, cioè quello che norma e regola il controllo della fauna selvatica. Recenti sentenze della Corte Costituzionale avrebbero fatto ipotizzare un allargamento delle maglie per quanto riguarda la partecipazione dei cacciatori volontari, opportunamente formati, alle operazioni di controllo dei cinghiali, in precedenza riservate al solo personale della Polizia provinciale. Invece la Regione Abruzzo ha fatto l’esatto contrario, con il risultato che da ieri, giorno di pubblicazione di quella legge sul Bura, il controllo è di fatto sospeso su tutto il territorio regionale.

    Ora però il consigliere Pepe svela che la maggioranza, accortasi probabilmente dell’errore e della figuraccia rimediata, è corsa ai ripari, forse per timore di un aumento esponenziale dei danni al comparto agricolo o delle probabili obiezioni della Corte dei Conti, e nei giorni scorsi, in aula, avrebbe votato alcuni emendamenti correttivi. Un’ulteriore modifica, dunque, per rimediare ai “casini” fatti in precedenza probabilmente sotto dettatura dei soliti e ben noti detrattori dei prelievi selettivi dei cinghiali. Correttivi che sarebbero in linea, finalmente, con le famose sentenze.

    Con questi ultimi emendamenti il comma 7 dell’articolo 44 della legge 10/2004 verrebbe così modificato: «Per l’esecuzione dei piani di abbattimento la Regione, oltre che del personale della Polizia provinciale, può avvalersi dei seguenti soggetti purché muniti di licenza per l’esercizio venatorio: proprietari o conduttori dei fondi sui quali si attuano i piani di abbattimento; personale di vigilanza dei Comuni; guardie venatorie volontarie; guardie ambientali volontarie; soggetti formati attraverso appositi corsi di preparazione alla gestione faunistica con relativo esame di abilitazione, riconosciuti dalla Regione sulla base di programmi concordati con l’Ispra».

    Insomma un vero e proprio dietrofront. In attesa di conoscere l’esito del voto a quegli emendamenti, il consigliere Pepe aggiunge: «Osservando quello che sta facendo la maggioranza di centrodestra, verrebbe da pensare che l’emergenza cinghiali in Abruzzo non ci sia più. Quando ero assessore i sindaci e le associazioni agricole organizzavano convegni e proteste in abbondanza, chiedendo alla Regione di intervenire. Abbiamo attivato il controllo e la caccia di selezione prorogando il prelievo di cinghiali praticamente per tutta la durata dell’anno, cioè abbiamo fatto tutto quello era nella nostre possibilità in base alle normative vigenti. Oggi l’attuale maggioranza sta facendo l’opposto, limitando la partecipazione dei cacciatori alle operazioni di controllo dei cinghiali, nonostante le indicazioni fornite con le recenti sentenze. Non ci sono più danni alle colture agricole? L’ammontare dei rimborsi dimostra l’esatto contrario. Quindi accogliamo con favore questo “ripensamento” della maggioranza che va a porre rimedio, sia pure tardivamente, ai danni provocati dall’assessore Imprudente».

    L’attuale assessore alla Caccia, Emanuele Imprudente (Lega)

    Francesco Bottone

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