AGNONE – Corre voce che va verso la chiusura o il passaggio di proprietà o gestione lo storico “Albergo Italia” di Agnone, ancora assai utile ad ogni categoria di lavoratori, tra cui autisti delle autolinee che, come la Cerella, assicurano da circa un secolo i collegamenti con le principali città di Abruzzo, Lazio e Campania. Uno di questi autisti, che ha utilizzato spesso per esigenze di servizio o a causa delle proibitive nevicate l’Albergo Italia, è stato dal 1923 al 1955 Luigi Mancini (Gissi 1902 – Vasto 1989), epico pioniere delle prime “corriere” sulle tratte Vasto – Castiglione M.M. – Agnone e Vasto – Agnone – Napoli. Lo ricorda pure l’ammiraglio di Castiglione Messer Marino, Giandomenico Lombardi, alla pagina 14 del libro intitolato “Una vita ordinaria ma non tanto” (edito nel 2012). Ecco il passo che lo riguarda:
“Arrivammo a Vasto una mattina di ottobre avanzato, dopo un viaggio con la corriera, a dir poco disastroso. L’autista della corriera, a noi ragazzi, era già noto per le innumerevoli volte che ci aveva ripreso quando, più piccoli, ci attaccavamo alla scaletta sulla salita della pineta, alla ripartenza da Castiglione ad Agnone. Era un uomo alto, robusto, fisico eretto, quasi un corazziere, di carattere mite e di indole buona, molto paziente con i passeggeri; infondeva sicurezza e tranquillità a tutti. La corriera era affollatissima con gente in piedi e piena di bagagli di tutti i tipi; e lui, alle rimostranze dei passeggeri, non perdeva mai la calma. Non vi dico gli odori che emanavano le persone e le cose, considerato anche che molti di loro, per effetto della strada abbastanza disastrata, non asfaltata e piena di curve, davano di stomaco”.
Il figlio di Luigi Mancini, il dottore in chimica industriale Alberto, ha recentemente affidato all’Università delle Generazioni due preziose foto di quasi cento anni fa, quando il papà autista (dopo il servizio militare a Palermo che gli aveva permesso di prendere la patente per la guida di mezzi pesanti) fu assunto dalla ditta “Gissana” che, con sede appunto a Gissi (Chieti), con i primi autobus garantiva i trasporti di pendolari e di passeggeri occasionali dalla marina Vasto (sede ferroviaria per i collegamenti nazionali) alla montana Agnone, via Castiglione Messer Marino fino al 1949 quando tale tratta passò alla Cerella, altra ditta storica di autobus ancora operante per i collegamenti con le principali città abruzzesi, molisani, laziali e campane.
Nel ricordare Luigi Mancini il “gigante buono” di cui ancora alcuni anziani di queste nostre zone ricordano la signorilità e la disponibilità con tutti, l’Università delle Generazioni intende salutare tutti i pendolari e i loro autisti, nell’imminenza della ripresa del nuovo anno scolastico e lavorativo, dopo le vacanze e le ferie estive. Infatti, è doveroso rendere un riconoscente e grato omaggio a tutte quelle categorie che, come gli autisti e altri conduttori di mezzi pubblici, assicurano quotidianamente, spesso con grandi sacrifici personali e familiari, non soltanto i collegamenti ma anche e soprattutto la sicurezza dei passeggeri e dei mezzi, rendendosi utili per i territori di appartenenza, di passaggio e di destinazione.
E, nel salutare gli studenti e i lavoratori pendolari, l’Università delle Generazioni sollecita le autorità preposte e responsabili a garantire, a queste categorie assai diffuse ed essenziali, vera dignità e funzionalità con strade sempre più decenti e sicure e servizi vari di sostegno al viaggio e alle soste.
Infine l’Università delle Generazioni propone a istituzioni e aziende di esaminare la possibilità di realizzare in Agnone o a Vasto un “Museo degli autobus” (in onore di uomini e mezzi) che, affiancando il celebre Museo ferroviario (www.museopietrarsa.it) di Pietrarsa (Napoli), il Museo nazionale dei trasporti di La Spezia (www.museonazionaletrasporti.it) ed altre esperienze simili in Italia, possa contribuire a documentare ed evidenziare la vita personale e sociale specialmente dei pendolari e dei trasporti turistici che compongono un assai significativo aspetto della società italiana (specialmente nelle nostre montagne) da oltre un secolo.
di Domenico Lanciano