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  • Don Vincenzo Lalli si dimette da parroco da Castiglione. Il vescovo: «Dimissioni respinte, vai avanti»

    Via Felice Lonzi gremita, sia pure nel rispetto delle opinabili misure di sicurezza anti contagio disposte dal governo centrale, per abbracciare simbolicamente e comunitariamente il parroco, don Vincenzo Lalli, nel suo cinquantesimo anniversario di sacerdozio.

    “Con affetto di predilezione il Signore sceglie alcuni tra i fratelli che mediante l’imposizione delle mani fa partecipi del suo ministero di salvezza”. Recita così il prefazio della messa crismale richiamato dal vescovo di Trivento, monsignor Claudio Palumbo, che questa mattina a Castiglione Messer Marino ha presieduto la solenne celebrazione eucaristica di ringraziamento per i primi cinquanta anni di sacerdozio di don Vincenzo Lalli.

    «Cinquanta anni di devozione a Dio e di amore per gli altri, una vita messa a disposizione della nostra comunità parrocchiale, mettendo sempre davanti il bene comune la fiducia nella Provvidenza. Un punto di riferimento per tutti noi, una guida importante per bambini, giovani, adulti e anziani. Grazie, a nome dell’amministrazione comunale e di tutta la comunità dei castiglionesi». Il breve, ma sentito saluto del primo cittadino, Felice Magnacca, all’indirizzo dell’anziano parroco.

    Anche gli operatori della casa di riposo, gestita appunto dalla parrocchia, hanno salutato affettuosamente il sacerdote in questo suo giorno di festa, unitamente alla suore che guidano invece l’asilo parrocchiale.

    «Quando sono stato ordinato sacerdote da un santo vescovo napoletano, lo stesso mi disse: “Fatti ungere bene le mani, ma stai attento a non fare un inguacchio nel corso del tuo sacerdozio”. – ha raccontato il parroco prendendo la parola – Grazie per le belle parole che mi avete dedicato. Ripensando alla mia vita e al mio sacerdozio, mi è venuto in mente il primo incontro frettoloso con il vescovo Palumbo. Quando lo incontrai gli dissi: “Sono contento di incontrare il vescovo che mi farà il funerale“. Sono anziano, l’età c’è. Vi lascio la casa di riposo, quella è vostra, della comunità, va mantenuta e potenziata, perché offre asilo a tanti anziani e dà lavoro a diverse persone del posto. Ho però un altro progetto, dobbiamo insieme aiutarci per ripartire dopo il Covid con tutte le attività della parrocchia. Mi avete sopportato per cinquanta anni, – ha chiuso con la voce rotta dalla commozione – vi ringrazio di cuore».

    E la bella festa di oggi si è chiusa con un simpatico siparietto tra l’anziano parroco e il giovane vescovo: «Ci provo a fare qualche altra cosa, – ha dichiarato don Vincenzino – ma sin da ora do le mie dimissioni, rimetto il mio incarico di parroco nelle mani del vescovo Claudio, perché sono ormai vicino a 75 anni. Il mio sogno? Una bella stanza nella casa di riposo».

    «Le dimissioni non le accetto, naturalmente. – ha replicato sorridendo affettuosamente il vescovo Palumbo – Fai finta di avere quasi 75 anni, ma sei un giovanottino e stai come un cardillo. Hai sicuramente tanto altro da fare qui a Castiglione».

    Francesco Bottone

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