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  • Donazione organi, la testimonianza che commuove gli studenti di Agnone

    Trasformare il dolore più grande in un atto di vita. È questo il messaggio che ha attraversato l’aula magna dell’Itis Leonida Marinelli, dove l’Aido di Agnone, in collaborazione con l’associazione ‘Amici di Blu’, ha organizzato un incontro dedicato alla donazione degli organi rivolto agli studenti degli istituti superiori. L’iniziativa, fortemente voluta dalla presidente dell’Aido locale Giovanna Cerimele e da tutti i soci, ha visto la partecipazione della dottoressa Rita Viscovo, presidente dell’Aido provinciale di Isernia, e della dottoressa Paola Iuorio, primario di Rianimazione e Anestesia dell’ospedale Veneziale. La dirigente scolastica Maria Rosaria Vecchiarelli ha accolto con favore questa opportunità formativa, riconoscendone l’alto valore educativo e umano.

    L’impegno dell’Aido: cultura del dono e solidarietà – La dottoressa Viscovo ha illustrato agli studenti la missione dell’Associazione Italiana per la Donazione di Organi, nata nel 1971 a Bergamo, sottolineando come sia possibile iscriversi al compimento del diciottesimo anno d’età. “Possiamo contribuire ad aumentare la cultura del dono anche nelle nostre realtà, sensibilizzando gli altri”, ha spiegato rivolgendosi ai giovani presenti. Con delicatezza ma chiarezza, ha affrontato il tema più delicato: “Non è facile accettare l’idea che il nostro corpo o quello dei nostri familiari possa essere privato di alcuni organi, ma è fondamentale avere la certezza che questo può avvenire solo al momento della morte”.La Iuorio ha approfondito gli aspetti medico-legali, spiegando con linguaggio accessibile ma rigoroso le procedure di espianto e trapianto. Ha parlato dell’importanza dei tempi, del coordinamento delle équipe mediche e del momento più delicato: l’avvicinamento ai familiari per ottenere il consenso alla donazione, un passaggio che richiede estrema sensibilità e professionalità.

    Due storie, un unico filo d’amore – Diana Falcione, mamma di Giorgia, la studentessa universitaria di Agnone scomparsa nell’aprile 2017 in un incidente stradale alle porte di Campobasso, ha condiviso la propria esperienza. Dalla tragedia è nato ‘Amici di Blu’, il sodalizio che da anni organizza iniziative benefiche a sostegno della Casa dei Risvegli di Bologna, struttura specializzata in riabilitazione.Ma il momento più intenso è stato affidato a Emanuela e Stefano Pensierini, genitori di Giada, sedicenne di San Marino che ha perso la vita nell’agosto 2022 in un incidente in scooter. La loro testimonianza ha toccato profondamente tutti i presenti.”L’incidente è avvenuto il 21 agosto alle 23:30 di notte”, ha raccontato Stefano con voce rotta dall’emozione. “Avevo trascorso una bellissima domenica con lei al mare, poi l’avevo lasciata in un locale in spiaggia con gli amici, come è giusto che sia. Verso l’una di notte del 22 è arrivata la telefonata che nessun genitore vorrebbe mai ricevere”. Cinque giorni in terapia intensiva all’ospedale di Cesena. Giada e il suo amico Simone, diciottenne, stavano tornando a casa in scooter quando è avvenuto l’impatto. Lui è deceduto la mattina seguente, mentre Giada è rimasta in coma, con speranze di sopravvivenza ridottissime. “Quando è stata constatata la morte cerebrale di nostra figlia, ci è stata posta la domanda sulla donazione degli organi”, ha spiegato Stefano. “Una cosa che mai avremmo pensato di dover affrontare per nostra figlia di sedici anni. Appena ci è stata fatta la domanda, ci siamo guardati negli occhi e abbiamo detto subito ‘Sì'”.

    Il dono come proseguimento della vita – Emanuela ha preso la parola per condividere riflessioni che nascono dal cuore: “La nostra Giada, attraverso questo gesto enorme, ha salvato la vita di sette persone: due bambini di tre e undici anni, un ragazzo di sedici anni e altre persone. Purtroppo non possiamo sapere chi sono – è la legge che lo impedisce – ma sapere che vivono attraverso di lei rende questa morte meno insensata per noi genitori e per chi l’ha amata”.Stefano ha aggiunto una riflessione che ha lasciato il segno: “Ho letto una frase che mi è rimasta impressa: la morte non è una fine, ma è una trasformazione. Il corpo fisico di mia figlia non c’è più, però le energie, l’amore che ci ha lasciato, che vedo negli occhi delle persone che l’hanno conosciuta, è vivo e sarà vivo per sempre. Questa consapevolezza dà molta forza”.Il padre ha poi rivelato un particolare toccante: “Qualche anno prima dell’incidente avevo affrontato l’argomento della donazione a scuola e avevo fatto la tessera Aido. Giada era presente quando ne parlai a casa e disse: ‘Sai che mi piacerebbe anche a me fare questa cosa, se mai dovesse succedere qualcosa’. Quindi è stato un suo desiderio. Come ho detto, il nostro sì era in realtà il suo sì”.”Il gesto della donazione rappresenta il carattere di nostra figlia”, ha proseguito con commozione. “Sempre pronta ad aiutare, ad ascoltare gli amici. Non è stata una nostra scelta, ma il proseguimento del suo modo di vivere la vita, sempre predisposta ad aiutare gli altri”.

    Emanuela ha concluso con parole che hanno commosso l’intera platea: “Prendere questa decisione per un’altra persona è qualcosa in cui nessuno dovrebbe ritrovarsi, soprattutto un genitore. Per questo è importante parlarne anche in famiglia, esprimere la propria opinione. È importante fare chiarezza su questo argomento e discuterne serenamente insieme”.”Mia figlia mi ha insegnato tante cose quando era in vita”, ha aggiunto con voce ferma ma carica di emozione, “ma i più grandi insegnamenti me li ha dati con la sua morte. C’è stata talmente tanta vita in questa morte che sento questo filo dorato che ci unisce ancora oggi. Il dolore può incatenare o può essere una porta di accesso verso qualcosa di più grande. Scegliere la strada del cuore è diventata una scelta quotidiana per me. Questo mi insegna ogni giorno la mia bambina: usare le chiavi del cuore con chiunque incontri. Quella chiave è ciò che ti mantiene vivo, è la chiave per non morire mai veramente”.Un applauso lungo e sentito ha accompagnato le parole dei due genitori, trasformando l’incontro in una vera e propria lezione di vita, coraggio e amore incondizionato. L’iniziativa dell’Aido di Agnone si conferma ancora una volta un momento educativo di straordinaria importanza, capace di toccare le coscienze dei giovani e di trasmettere valori universali attraverso testimonianze autentiche e profondamente umane.

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