AGNONE – Accordi, inciuci, coalizioni, candidature in vista dell’elezione del Presidente della Provincia. Antonio Monaco, sindaco di Capracotta svela i retroscena delle mosse politiche sullo scacchiere provinciale che hanno portato a definire le strette d’intenti fra i centri alto molisani e sul suo forfait alla candidatura per la presidenza della Provincia.
«Prima di proporre la mia candidatura –racconta Monaco- ho avuto numerosi contatti telefonici con diverse amministrazioni comunali. Il primo sindaco che ho contattato è stato quello di Agnone: Michelino Carosella sindaco del più grande comune di riferimento dell’altissimo Molise, il quale sottolineava la non intenzione di proporsi alla carica di presidente pur essendo stato contattato da altri che gli avrebbero assicurato sostegno alla candidatura. Sono andato avanti con contatti con non meno di 20-25 amministrazioni di piccoli comuni. Ho ricevuto tantissimi assensi e quindi ho ufficializzato la mia candidatura nonostante le prime voci sull’accordo fra Agnone, Frosolone e Isernia. Voci confermatemi da alcuni amministratori (di maggioranza) del comune di Isernia che mi invitavano a desistere ed a candidarmi nella lista di Brasiello. Mi avrebbero appoggiato i consiglieri di Isernia per una elezione sicura. “Potrai fare, mi fu detto, il vice presidente della Provincia” pur avendo già promesso la vice presidenza a Frosolone. Poi, “potrai fare il presidente dell’assemblea dei Sindaci” oppure “sceglierai tu il ruolo che vorrai svolgere all’interno dell’amministrazione provinciale” e così via. L’accordo promosso dal vicesindaco di Agnone Cacciavillani prevedeva a favore di Isernia la carica di Presidente, al Comune di Frosolone quella di vice presidente e al Comune l’elezione sicura di due consiglieri espressione della maggioranza. Dicevo agli amici isernini che non avevo alcuna intenzione di tirarmi indietro e intanto contattavo la Fanelli. Questa mi lasciava capire che l’accordo era ormai stato fatto e mi invitava ad avere un incontro con Brasiello per un chiarimento tra noi due. Nell’incontro con Brasiello ribadivo la mia volontà di non tirarmi indietro e lo stesso Brasiello confermava la sua volontà di proporsi come candidato. In una occasione ho avuto modo di parlarne anche con Frattura. Il Presidente mi disse che era un problema tutto nostro e che dovevamo risolverlo in provincia di Isernia. Con Leva abbiamo avuto incontri con altri amministratori che condividevano una candidatura diversa da quella di Brasiello. Ma Leva si è liberato di me nell’unico incontro ufficiale tra diversi amministratori (circa una ventina di vari comuni, tra cui diversi di centro destra). Incontro che si è tenuto domenica 14 settembre, presenti Maurizio Cacciavillani e Michelino Carosella, i quali non hanno speso nemmeno una parola a mio sostegno. Anzi Cacciavillani ribadì la legittimità e l’efficacia dell’accordo tra i comuni più grandi riproponendo la candidatura di Brasiello a scapito della mia. Nell’incontro del 14 settembre si stabilì che il territorio della provincia sarebbe stato diviso in più “collegi” e in ogni collegio si sarebbero individuati autonomamente i candidati. Martedì 16 settembre ci siamo incontrati a Carovilli presente il Vicesindaco di Agnone, io, i sindaci di Carovilli, Poggio Sannita, San Pietro Avellana, Civitanova del Sannio. Il Cacciavillani riproponeva l’accordo: due candidati espressione della maggioranza di Agnone che tagliavano ogni possibilità di elezione ad altro candidato del nostro territorio. Lo stesso veniva redarguito oltre che da me anche dal sindaco Cinocca. Avvertivo il Cacciavillani (e non l’avessi mai fatto) che una doppia candidatura di Agnone era molto pericolosa perché si rischiava di non eleggere nessuno dei due, ma l’amministratore agnonese ci informava che “Isernia” si era impegnata a dirottare i voti dei consiglieri di Isernia sui candidati agnonesi in virtù dello scellerato accordo fatto tra i tre comuni baciati dalla ponderazione. Anzi il “politico” aggiungeva pure che avrebbe invitato uno ad uno i consiglieri comunale di Isernia per dimostrare che quanto diceva corrispondeva al vero e che ognuno dei consiglieri isernini doveva impegnarsi a rispettare gli accordi. Gli ho risposto con un sorriso dicendogli che in politica nulla è certo, nemmeno al momento in cui si entra nella cabina per votare. Maurizio Cacciavillani ci informava ancora che aveva ricevuto “delega piena” (da chi?) per la composizione della lista ed aggiungeva che le liste sarebbero state due, una civica ed una con il simbolo del Partito Democratico. Il risultato è stato che il politico agnonese si è beccata una grande fregatura perché Isernia ha ottenuto la presidenza, Frosolone avrà la vice presidenza ed Agnone con la migliore ponderazione di tutta la provincia si dovrà accontentare di un solo consigliere, il buon Placido (Cacciavillani), consigliere provinciale uscente di cui purtroppo non si trova alcuna traccia dell’attività politica finora svolta in Via Berta. Aggiungo che il Comune di Isernia ha rifilato una seconda “sola” a Maurizio Cacciavillani candidando un consigliere di maggioranza di Isernia che attirerà i voti dei consiglieri di Isernia mettendo in serie discussione l’elezione di Lombardi al quale Brasiello aveva assicurato ben 6 (dico sei) voti dei consiglieri di Isernia. Brasiello non controlla nulla o quasi nulla dei voti dei consiglieri di Isernia, è stato eletto sindaco, ma non ha un suo elettorato e non ha consiglieri che gli sono debitori. Tutt’al più potrà gestire 3 o 4 voti che dovrà distribuire tra tutti coloro ai quali, credo, ha fatto le stesse promesse. In conclusione Cacciavillani, ma a questo punto devo dire Agnone, ne è uscita bastonata perché della triade dei comuni è stata l’unica a non ottenere quello che doveva avere, cioè due consiglieri; ha preferito “scaricare” il probabile candidato dell’altissimo Molise, ovvero Monaco, a favore del capoluogo di provincia, dopo che già da 20 anni Isernia ha espresso la presidenza della provincia, contribuendo ad accentrare tutto sul capoluogo di provincia, con grave nocumento per il nostro territorio che verrà messo nelle solo mani di Placido (Cacciavillani, ndr) e spero di Francesco (Lombardi, ndr) per arginare il predominio del capoluogo di provincia. Le due liste non sono state presentate: a) la lista presentata, di cui a suo dire doveva essere l’artefice, candida ben tre esponenti di centro destra e lui che fa parte della segreteria regionale del PD deve darne pubbliche spiegazioni. b) la candidatura del consigliere di Isernia ha sfasciato i sogni di gloria del Cacciavillani ed ha messo a serio rischio l’elezione di Francesco Lombardi. Il Cacciavillani ora sta cominciando a rendersi conto del pasticcio che ha fatto e comincia ad accampare giustificazioni dicendo: “Monaco non mi ha telefonato” (io ho telefonato al Sindaco e non dovevo assolutamente telefonare a lui); Monaco “non ha preso contatti con Frosolone”. E’ vero non l’ho fatto perché non l’ho ritenuto opportuno avendo saputo dell’insano accordo voluto dal Cacciavillani. Ancora: “Monaco non poteva essere eletto perché non aveva i numeri”; “Monaco non ha portato in consiglio comunale la delibera di adesione al progetto di area Trivento–Frosolone–Agnone”. Questo è vero non l’ho fatto e per il momento non penso di farlo. Quella scelta è stata fatta dal Cacciavillani senza sentire nessuno. Ho avuto modo di contestargliela più volte perché la sua idea di territorio “vasto” non la condivido e questa mia contestazione è stata suffragata pubblicamente lo scorso mese di giugno dal capo della delegazione interministeriale che è giunta ad Agnone. Il capo delegazione ebbe a dire nel suo intervento che una idea di territorio così ampio non consente una valida governance e che i confini andavano “riparametrati”. Ma il “nostro” è sordo a qualsiasi richiamo e continua sulla sua strada, imperterrito. Posso solo dire, e concludo, che se la scelta fosse ricaduta sulla mia persona la strada per la mia elezione era spianata così come è spianata quella di Brasiello checché ne dica il vice sindaco di Agnone che, a mio parere, sta facendo ripiombare Agnone nell’isolamento di 30 anni fa, buttando alle ortiche tutto il lavoro fatto negli ultimi anni dal sindaco De Vita e da noialtri sindaci della ex comunità montana”.
di Vittorio Labanca
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