Lo ha fatto con stile, in punta di penna, senza rischiare di irritare più di tanto i compagni del centrosinistra. Ha scaricato le colpe sui contorti meccanismi partoriti dalla mente di Delrio. Questione di numeri, così, in sintesi, Antonio Monaco, sindaco di Capracotta, ha motivato il suo ritiro dalla candidatura alla carica di presidente della Provincia di Isernia. Monaco però ha fatto i conti… ma senza l’oste, che in questo caso è rappresentato dal Pd, da autorevoli esponenti del Pd agnonese.
La versione ufficiale e politicamente corretta fornita da Monaco non convince più di tanto. Vanno bene i numeri, la popolazione residente nei vari Comuni e dunque il peso di ciascun rappresentante locale in seno al nuovo Consiglio provinciale eletto con elezioni di secondo livello, ma il suo siluramento, camuffato da ritiro spontaneo della candidatura, è stato deciso in seno al Pd, a quello agnonese in particolare.
«Delrio, – scrive Monaco nel suo comunicato stampa – modifica il reale rapporto (la vera ponderazione) tra numero di amministratori e cittadini consentendo a due Comuni (Agnone e Frosolone) di raggiungere accordi politici, emersi negli incontri degli ultimi giorni, con il capoluogo di provincia. Accordi che non consentono un confronto elettorale democratico, perché tutto si basa sui numeri. Null’altro».
Accordi politici, dunque, altro che numeri e basta. Lo ammette, nel lungo comunicato, sia pure velatamente, lo stesso Monaco. Che dunque, a ben vedere, fa un’accusa precisa a due Comuni montani, Agnone e Frosolone.
Riassumendo: Agnone, Frosolone e Isernia, i tre Comuni più grandi della zona montana della provincia pentra, a tavolino hanno deciso di spartirsi i vertici amministrativi dell’ente Provincia. A Isernia toccherà la presidenza, nel caso in cui il candidato Luigi Brasiello venisse eletto, a Frosolone la vicepresidenza e ad Agnone gli altri ruoli chiave. Con il placet dell’altro Comune numeroso, Venafro. Questo dicono le indiscrezioni trapelate dagli ambienti del centrosinistra pentro.
E in base a questi accordi la candidatura di Monaco era scomoda, inopportuna. Da eliminare. Inizialmente pare che sul nome del sindaco di Capracotta ci fosse un vasto consenso. Si parla di decine di Comuni, quindi di sindaci, pronti ad appoggiarlo e votarlo per eleggere l’amministratore del centro più in quota dell’Alto Molise alla presidenza della Provincia di Isernia. Anche il sindaco di Venafro, Antonio Sorbo, altro Comune grande e dunque “pesante”, pare fosse tra i suoi sponsor politici. Sarebbe stato un segnale forte, un’opportunità in più per l’Alto Molise e per i piccoli centri del comprensorio montano. Ma così non è andata, perché i famosi tre Comuni di Agnone, Isernia a Frosolone hanno silurato la candidatura di Monaco, opponendo motivazioni certamente numeriche, ma anche e soprattutto politiche.
E, sempre dalle indiscrezioni raccolte, pare che il veto principale alla candidatura di Monaco sia arrivata proprio dal Comune di Agnone. Meglio, da un amministratore locale del Pd. Nome e cognome? Maurizio Cacciavillani, il vicesindaco di Agnone (al centro nella foto, ndr).
Vecchie ruggini tra i due Comuni, acuite forse da recenti decisioni in merito ad accorpamenti di plessi scolastici, e un’antica rivalità tra i due esponenti del centrosinistra, Monaco e Cacciavillani appunto, sarebbero alla base del veto che ha costretto il sindaco di Capracotta a ritirarsi dalla competizione elettorale.
Francesco Bottone
effebottone@gmail.com
I commenti sono stati chiusi.