Nella mattinata odierna giungevano al 113 della sala operativa della Questura numerose telefonate dalla località sciistica di Campitello Matese per segnalare che uno sciatore, durante l’attività dilettantistica, era finito in un burrone. Anche gli operatori del soccorso in montagna della Polizia di Stato in servizio a Campitello Matese ricevevano analoga richiesta d’intervento dal personale degli impianti di risalita.
Nell’immediato, i due agenti di Polizia si portavano sul posto in cui era stato avvistato lo sciatore per l’ultima volta e, dopo una attenta e non facile ricerca, notavano la presenza dell’uomo che, dolorante, era dapprima finito in un burrone e poi caduto in un canale d’acqua di confluenza dell’ENEL, profondo oltre un metro e ghiacciato a causa delle basse temperature.
Il malcapitato, un trentottenne residente a Termoli, seppur cosciente e dolorante, era immerso nel canale senza possibilità di muoversi e di uscire dallo stesso.
Gli agenti, pertanto, con l’ausilio delle corde in loro dotazione, scendevano nel “burrone” in cui il giovane era caduto per poi entrare anch’essi nel canale di acqua ghiacciata.
Lì verificavano che lo sciatore, dopo aver percorso con la sua tavola da snowboard la pista del Capodacqua, aveva perso il controllo finendo nel burrone prima e nel canale ghiacciato poi, procurandosi delle gravi lesioni in buona parte del corpo.
Dopo averlo tempestivamente tirato fuori dal canale, evitando pertanto il rischio di assideramento, gli agenti immobilizzavano lo sciatore e lo posizionavano su una barella spinale. Una volta tirato a bordo pista, con non poche difficoltà, e posizionato l’uomo sulla barella “Toboga”, attrezzo in dotazione alla Polizia di Stato in attività di soccorso alpino, lo trasportavano con la motoslitta alla base degli impianti di risalita, dove nel frattempo era giunta un’autoambulanza del 118 che provvedeva a trasportare il malcapitato presso l’Ospedale “Cardarelli” di Campobasso per le cure del caso.
- foto di repertorio