Un’interrogazione per sapere se il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, «intenda promuovere iniziative di competenza, nel pubblico interesse e di tutti i soggetti coinvolti e, conseguentemente, valutare l’adozione dei necessari provvedimenti, anche di natura legislativa, con l’urgenza richiesta dalla straordinaria gravità della vicenda, per porvi rimedio». A presentarla, a proposito dei frequenti blocchi dell’attività della Sevel e visto il rischio di delocalizzazione, è il deputato abruzzese Andrea Colletti (Alternativa).
Nell’interrogazione, il parlamentare sottolinea come nello stabilimento si preveda «una ripresa a ritmi ridotti, con l’applicazione della rotazione dei dipendenti e la conseguente riduzione occupazionale, causata dalla crisi di approvvigionamento dei semiconduttori, che metterebbe a repentaglio più della metà del Pil abruzzese, 4,5 miliardi (circa il 50% dell’Abruzzo) di esportazioni e oltre 20mila lavoratori con tutto l’indotto».
«Lo stabilimento della Val di Sangro – dice ancora il deputato – appartiene alla galassia Stellantis (nata dalla fusione tra i gruppi Psa e Fca) che si appresta a mettere in funzione un altro stabilimento di produzione di veicoli commerciali leggeri in Polonia, secondo la logica operativa dell’amministratore delegato Carlos Tavares, ispirata a redditività, profitto e agilità nell’organizzazione del lavoro (ha risanato così un bilancio del gruppo francese ‘sull’orlo del baratro’), che lascia immaginare il rischio di delocalizzazione, visto che lo stabilimento abruzzese non avrà alcuna agevolazione e aiuto di Stato a differenza di quello polacco».
Per Colletti è necessario «ripensare radicalmente l’indirizzo della nostra politica industriale, che oggi non appare in grado di impedire le delocalizzazioni non avendo leggi organiche in grado di favorire lo sviluppo industriale, al contrario ad esempio della Francia, che nel corso degli anni ha cercato di adeguare il quadro normativo alle nuove esigenze».
«Dal confronto tra sistema industriale italiano e francese – sottolinea infatti il deputato – emerge con chiarezza, rispetto a Stellantis, che gli stabilimenti produttivi sono adeguatamente tutelati dalla partecipazione azionaria della famiglia Peugeot e dello Stato francese, titolari, rispettivamente, del 7,2% e del 6,2% del pacchetto complessivo, assetto azionario che consente di avere informazioni utili prima dell’attuazione di programmi e piani industriali, con la possibilità di anticipare le scelte senza subirle, fornendo un efficace strumento di tutela occupazionale».
Per il parlamentare abruzzese è «fondamentale l’elaborazione di una nuova strategia. E’ necessario rimodulare il rapporto tra politiche industriali comunitarie e nazionali – osserva – nel rispetto dei principi di concorrenza, libertà di impresa e circolazione delle merci, al fine di colmare l’asimmetria informativa tra il nostro Governo e le multinazionali, prevedendo strumenti adeguati ed efficaci per impedire la delocalizzazione che le grandi imprese attuano per ridurre i costi, le stesse imprese che per decenni hanno rappresentato un costo reale per la collettività, influenzando pesantemente la politica economica dei Governi».
«Il caso della Sevel in Val di Sangro, che suscita grande preoccupazione per il futuro produttivo e occupazionale di un territorio già provato da crisi nelle diverse aree industriali, risulta indicativo della necessità di favorire piani di crescita e trasformazione delle imprese, da considerare come ‘beni di interesse collettivo’ in un’ottica costituzionalmente orientata», conclude Andrea Colletti.