Frane, dissesto e black out: danni per oltre 683 milioni di euro.
Ammonta a 30 milioni 293 mila euro la richiesta della Giunta regionale al Governo di ristoro per i danni causati dagli intensi fenomeni climatici che hanno ridotto l’Abruzzo in emergenza e in isolamento nei giorni 4, 5 e 6 marzo. Lo rende noto il presidente della Giunta regionale, Luciano D’Alfonso, al quale il Dipartimento regionale della Protezione civile ha consegnato una relazione di 75 pagine nelle quali si registrano, in forma diaristica, con il corredo di foto e di segnalazioni giornalistiche, gli effetti del maltempo sulla popolazione, sui fiumi, sui servizi essenziali e strategici.
«E’ la prima volta – spiega D’Alfonso – che si produce un documento che per qualità e veridicità del contenuto e negoziato istituzionale avviato ci colloca in una posizione di vantaggio rispetto alle nostre richieste».
La relazione, che può essere consultata sul portale della Regione Abruzzo, contiene anche tutte le fasi connesse all’attività di gestione dell’emergenza, con il coinvolgimento della Sala operativa regionale, dei Vigili del fuoco e del Corpo forestale dello Stato e le ulteriori richieste di 260 milioni 566 mila euro per gli interventi urgenti, cui si aggiungono 392 milioni 415 mila euro per fabbisogni per il ripristino, avanzate da Geni civili regionali, Province, Comuni, Comunità montane, Consorzi di bonifica, Ater, e Ato.
Il documento, verificato nei giorni scorsi a campione dai tecnici del Dipartimento nazionale della protezione civile, sarà allegato alla Dichiarazione dello Stato di emergenza approvata dalla Giunta regionale il 6 marzo scorso, per l’ottenimento del ristoro dal Governo, già forse nella seduta della prossima settimana.
«La situazione emergenziale sul territorio regionale è ancora in evoluzione – scrive il Presidente al Dipartimento nazionale della Protezione civile – in ordine alla presenza di numerose e gravi situazioni di dissesto idrogeologico che continua a determinare condizioni di elevato disagio abitativo e la compromissione della funzionalità e la sicurezza ed efficienza dei collegamento viari. Permane elevato – aggiunge il Presidente – il rischio di nuove interruzioni, soprattutto a carico della viabilità di livello locale e provinciale, con conseguente possibile isolamento di ambiti territoriali e dei centri abitati».
L’attività di ricognizione delle criticità dei danni e dei fabbisogni (ai sensi della direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 26/12/2012) è stata effettuata attraverso una piattaforma informatica, gestita dal centro funzionale regionale, che ha consentito di l’inserimento on line dell’ente richiedente, la localizzazione, la tipologia e la data dell’evento, i dati della gestione emergenziale lo stato delle criticità residue, e, inoltre, i servizi di soccorso ed assistenza alla popolazione, il ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e le reti strategiche, la realizzazione degli interventi per la riduzione del rischio residuo.
Nel merito, per quanto riguarda il servizio elettrico l’area colpita dall’emergenza è stata di 3.600 kmq, il picco di disfunzione si è registrato il 6 marzo, con 146 mila utenze disalimentate.
I movimenti franosi, in totale nella regione 1.393, hanno interessato oltre ai nuclei abitati e la viabilità regionale, anche le infrastrutture per il servizio idrico.
Ammonta infatti a oltre 200 mila utenti la fascia di popolazione colpita da disservizi a carico della rete di distribuzione dell’acqua potabile e della rete fognaria. In tutto il periodo emergenziale, le interruzioni totali o parziali con limitazioni al traffico per le precipitazioni nevose e del forte vento hanno, di fatto, determinato l’isolamento dell’Abruzzo. Per la verifica delle criticità idrogeologiche, la collaborazione con l’Ordine dei geologi della regione ha consentito sopralluoghi in circa 35 comuni per un totale di 130 località, ma le perlustrazioni sono ancora in corso. La relazione contiene anche un report delle attività dei geometri. I dati significativi delle criticità emergenziali: 273 comuni coinvolti e 2.182 località, 1.393 frane, 562 allagamenti, 68 i comuni che hanno registrato il disservizio idrico, per 198 mila abitanti e per una durata di 15 giorni; 202 i comuni che hanno registrato il disservizio elettrico per 147 mila abitanti per una durata di sette giorni; 345 le persone sgomberate.
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