BOMBA – «Sono passati tre anni. Erano le ore 06.30 del 30 agosto 2016 quando Daniela Martorella ed un suo collega, entrambi operai Sevel, stavano rientrando a Bomba dopo il turno di notte. A pochi chilometri da casa, in prossimità dello svincolo Archi-Casoli sulla Fondovalle Sangro, due cinghiali hanno attraversato la strada, il conducente ha sterzato, l’auto ha invaso la corsia opposta urtando un’altra macchina. Daniela è morta dopo due giorni di coma nell’ospedale di Teramo. Daniela ha lasciato due bambini piccoli, Daniela aveva 37 anni. Questo è l’episodio più tragico del problema dei cinghiali il cui numero cresce a livello esponenziale causando gravi danni all’ agricoltura e innumerevoli incidenti stradali. Riposa in pace Daniela, noi continueremo a parlarne, noi ci saremo sempre».
E’ il ricordo pubblicato su Facebook dall’Associazione vittime degli animali selvatici, nata proprio in seguito alla tragedia di tre anni fa che costò la vita alla giovane mamma di Bomba. Da allora, nonostante le battaglie dell’associazione e i tanti episodi di cronaca che hanno fatto registrare incidenti stradali causati dai cinghiali, poco o nulla è stato fatto contro i cinghiali. In realtà la Regione Abruzzo ha fatto tutto ciò che era nelle sue possibilità per tentare di contenere la popolazione di cinghiali. Sotto l’assessorato di Dino Pepe è stata attivata sia la caccia di selezione che il selecontrollo coordinato dalla Polizia provinciale. Queste due modalità permettono, nei fatti, un prelievo selettivo dei cinghiali praticamente tutto l’anno. Il problema resta il periodo troppo limitato durante il quale è possibile praticare la braccata. Per estendere i due mesi scarsi di braccata occorre modificare la legge quadro nazionale, l’ormai famigerata 157, ma evidentemente si tratta di un passaggio che deve e può fare solo il Parlamento, più volte sollecitato in tal senso dalle Regioni, Abruzzo e Molise comprese. In termini di prevenzione, invece, spetterebbe all’ente gestore delle strade di porre in essere azioni tese a scongiurare incidenti con la fauna selvatica. Mentre sulla fondovalle Trigno, nei mesi scorsi, sono stati posizionati dei nuovi guardrail in grado di impedire attraversamenti della fauna selvatica, non risultano analoghi provvedimenti sulla fondovalle Sangro. E infatti nei giorni scorsi, proprio su quell’arteria, è stato investito e ucciso un esemplare di orso.