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  • Getta le stampelle si dà alla fuga mentre rientra in carcere, inseguito e arrestato dalla Penitenziaria

    (ANSA) – CAMPOBASSO, 30 GEN – Scende dall’automezzo della Polizia penitenziaria che lo aveva riportato in carcere dopo una visita medica all’ospedale, riesce a divincolarsi e a eludere il controllo degli agenti per poi fuggire in strada mentre il cancello di accesso alla struttura si stava chiudendo. È avvenuto nel pomeriggio a Campobasso. Immediato l’intervento dei poliziotti che, dopo aver rincorso l’uomo per alcuni metri, sono riusciti a bloccarlo. Protagonista dell’episodio un detenuto 37enne recluso nella struttura penitenziaria per rapina e furto che, a seguito di una patologia, era stato autorizzato all’uso delle stampelle che pare abbia gettato proprio nel momento della fuga.

    E l’operazione è stata ripresa da un passante che ha realizzato un video e l’ha postato in rete. Le immagini, diventate subito virali, mostrano le concitate fasi del nuovo arresto dell’evaso. Tre agenti della Polizia penitenziaria lo bloccano. Uno di questi estrae la pistola d’ordinanza, scarrella quindi mettendo il colpo in canna, e punta l’arma alla tempia dell’uomo già fermo. Un’operazione inutile e soprattutto pericolosa per gli altri operatori presenti in quel momento. 

    Sull’episodio registriamo il commento di Aldo Di Giacomo, segretario generale del sindacato della Polizia penitenziaria:

    «Il filmato diffuso in queste ore è parziale e non ricostruisce esattamente quanto è accaduto a Campobasso: il detenuto che ha tentato la fuga ha aggredito l’agente penitenziario colpendolo ripetutamente con una stampella. Le immagini, invece, mostrano solo la parte finale e la reazione che è venuta dopo la fuga. Una reazione maturata nel clima di stress, per turni massacranti e condizioni di lavoro difficili che caratterizza l’attività del personale di Polizia Penitenziaria come denunciamo da sempre e che non va lasciato solo come intendiamo fare anche in questa circostanza. Invitiamo, pertanto, i media a non farne un’occasione di attacco strumentale alla Polizia Penitenziaria ma a ricostruire esattamente i fatti mettendoli in guardia da non generare disinformazione e confusione perché ci sono ogni giorno uomini e donne in divisa che svolgono il proprio lavoro al servizio dello Stato con impegno, professionalità e a rischio di aggressioni e della incolumità personale».

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