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  • Il Maestro Stefano Manfredini da Modena dà avvio al “D’Onofrio Organ Festival” a Poggio Sannita

    Il “D’Onofrio Organ Festival”, rassegna che si propone di divulgare e valorizzare i pregiatissimi strumenti della famiglia omonima, attraverso una serie di concerti fra Abruzzo e Molise, non poteva che partire da qui l’antica “Caccavone”, oggi Poggio Sannita, di cui era originaria e dove aveva bottega la dinastia dei maestri organari D’Onofrio, “cum summa divotione”.

    E’ stato proprio l’antico organo “Francesco D’Onofrio” del 1769 a risuonare ieri sera, organo detto “principale”, secondo le fonti del “censimento organi molisani” a cura di Vincenzo Lombardi, dotato di dodici registri. Lo strumento, restaurato nel 1997 dalla ditta Giuliano Pedrini, sotto la supervisione della Soprintendenza all’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Molise (Dott.ssa Dora Catalano – Dott. Vincenzo Papa), possiede un meraviglioso flauto di quattro piedi, oltre ai registri della piramide del principale sino alla vigesimanona, un flauto in duodecima, la voce umana e un poderoso contrabbasso. Un restauro fortemente voluto da don Francesco Martino, parroco di quel periodo a Poggio Sannita e da Rino Palomba, grande estimatore degli organi D’Onofrio e della rassegna, tornato nella casa del padre a gennaio del 2024 e che sicuramente avrebbe apprezzato tutti gli eventi organizzati per il Festival. All’organo

    L’organo di Poggio Sannita fortunatamente non suona sporadicamente solo nei concerti, ma è parte essenziale della liturgia domenicale, grazie alla grande sensibilità culturale-musicale e liturgica del parroco attuale don Paolo Del Papa.

    Il Maestro Stefano Manfredini da Modena si è esibito in concerto nella bellissima chiesa di Santa Vittoria davanti ad un pubblico numeroso e attento, che ha testimoniato con applausi scroscianti, grande apprezzamento per l’esibizione. Manfredini, organista del monumentale organo “Tamburini” di S. Giovanni Bosco in Bologna (5 manuali e 12.000 canne); non solo un ottimo musicista ma anche un amico di vecchia data che ha ormai il Molise nel cuore.  

    di Giovanni Petrone

    (Docente di organo al conservatorio di Vibo Valentia)

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