Un altro capriolo investito in Alto Molise e per fortuna sopravvissuto. A raccontare l’ennesimo incidente causato dalla fauna selvatica, questa volta lungo una strada provinciale nei pressi di Vastogirardi, è il veterinario Antonio Liberatore.
«Ricevo la telefonata dai Carabinieri Forestali alle 20, quarantacinque minuti dopo sono sul posto, narcotizzo la malcapitata e la carico sul pickup alle 21 in punto e parto in direzione del centro di soccorso e recupero fauna selvatica. Dopo meno di un chilometro un capriolo maschio attraversa la strada velocemente, dall’alto di una scarpata, non lo investo solo per via della bassa velocità. Dopo due curve una faina mi si para improvvisamente davanti: evito anch’essa per la stessa ragione. Alle 21.13 incrocio una coppia di tassi, che mi costringono a una discreta frenata, nonostante la bassa velocità del mio ventennale fuoristrada. Praticamente in tredici minuti ho evitato tre incidenti con animali selvatici diversi».
La prova provata che nonostante la presenza abbondante di fauna selvatica, evitare incidenti è facilmente possibile se si limita la velocità. «Sarà vero che il crepuscolo rappresenta un momento cruciale per la movimentazione dei selvatici, – chiude infatti il medico veterinario Liberatore – anche per via delle difficili condizioni di visibilità, ma se avessi guidato una vettura veloce avrei fatto una strage. Concordo con l’installazione di sistemi dissuasivi ottici/acustici o meccanici nei punti di frequente attraversamento, ma la soluzione non può che essere nella pressione del piede destro», quello dell’acceleratore nelle automobili appunto.