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  • Le promesse di riaprire il ponte Sente convincono appena 240 agnonesi, a Scarano i conti non tornano

    Duecentoquaranta preferenze, in un Comune dove hanno votato oltre duemila e quattrocento persone, sono un successo politico o una sonora bastonata? Punti di vista. D’altro canto l’Italia è il paese dove alle elezioni vincono sempre tutti, sia chi va ad amministrare, sia chi scalda i banchi dell’opposizione, e addirittura anche chi resta a casa perché non eletto. L’importante è partecipare.

    E proprio in materia di punti di vista Vincenzo Scarano, consigliere comunale di minoranza del Comune di Agnone e consigliere provinciale, spalla destra del presidente Ricci, con deleghe alle zone interne e ai trasporti, si dichiara soddisfatto, in qualche modo, per la sua prova elettorale che gli ha portato in dote complessivamente 340 preferenze, 240 delle quali espresse dagli agnonesi appunto.

    Nella classifica regionale dei candidati leghisti, in realtà, l’avvocato agnonese si piazza al nono posto, lontano anni luce dalle 1831 preferenze di Guido Massimo Sabusco o dalle 1464 di Pasquale Corallo arrivato secondo. Ma alla fine chi si accontenta gode, lo dice anche un vecchio adagio.

    «Al termine di questa tornata elettorale, – dichiara Scarano – mi congratulo con il presidente eletto Francesco Roberti, augurando a lui, a tutto il Consiglio regionale, in particolare al consigliere della Lega Salvini Premier, Massimo Sabusco, e soprattutto al nostro Molise, un proficuo percorso politico». E fin qui i convenevoli. Poi il candidato leghista aggiunge: «Ringrazio, inoltre, tutti coloro che mi hanno sostenuto e che, pur consapevoli dei rischi sottesi ad una competizione elettorale difficile e particolarmente impegnativa, per i tempi ristretti a disposizione, per la vastità dei territori da raggiungere, per il numero elevato di candidati con i quali competere, per la novità nell’Alto Molise di un rappresentante della Lega Salvini Premier, hanno comunque creduto in me, nel mio progetto politico, nel mio impegno a favore dello sviluppo sociale, economico e culturale della nostra regione».

    In effetti la novità rappresentata da un candidato locale in campo sotto le insegne di Alberto da Giussano, il leggendario personaggio che avrebbe guidato, ma è una bufala storica, la Lega Lombarda nel celebre scontro in armi con Federico Barbarossa, ha pesato negativamente, come dice Scarano, nonostante lo spiegamento di forze del partito che è riuscito a portare ad Agnone addirittura il vicepremier e ministro per le Infrastrutture, Matteo Salvini. Alla conta dei voti la Lega è stata votata da 269 agnonesi, pari all’11,42 per cento, un dato quasi doppio rispetto alla percentuale su base regionale, ma in fin dei conti bastano i clienti dello studio legale di Scarano per arrivare a quelle cifre. Di scelta politica c’è ben poco probabilmente.

    «Un particolare ringraziamento va agli agnonesi, – riprende invece Vincenzo Scarano – che hanno premiato anche l’impegno che ho profuso per consentire la riapertura del Ponte Sente-Longo e per le numerose iniziative che ho messo in atto per tentare di migliorare la viabilità e l’accesso ai servizi essenziali che sono sempre più carenti nelle nostre aree interne e che mi hanno consentito di essere ad Agnone il più votato nella coalizione del centro-destra, anche rispetto a tutti gli altri contendenti dello stesso schieramento, non solo locale».

    Il «più votato» della coalizione di centrodestra, dice Scarano, ma in realtà i candidati locali erano solo due, anzi tre: l’ex sindaco Lorenzo Marcovecchio, che di preferenze ne ha prese 200, e l’esponente leghista appunto, con 240. La differenza, lo dice la matematica, è di appena 40 voti, che sono di fatto venti persone, a togliere e a mettere la preferenza unica spendibile. Poi c’era Simona De Caprio, la poco conosciuta sindaca di San Pietro Avellana, che ad Agnone ha preso ventidue preferenze. Non propriamente quella che si definirebbe una vittoria schiacciante, alla luce della più elementare logica, ma comunque Scarano si dichiara contento del risultato ottenuto e se va bene a lui, ci mancherebbe.

    «Questa fiducia non sarà tradita – chiude lo “storico” leghista – e continuerò a battermi, con dedizione e professionalità, sia nella mia veste di consigliere della Provincia di Isernia, sia di consigliere del Comune di Agnone, per il bene delle nostre realtà territoriali». Che è esattamente quello che deve fare un amministratore locale, a prescindere dal fatto che abbia o meno la spilletta di Alberto da Giussano appuntata sul bavero della giacca.

    Francesco Bottone

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