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  • L’ex sindaca Di Primio: «Non ho chiesto le indennità, sono spettanze dovute per legge»

    «Non capisco tutta questa attenzione per le spettanze dovute per legge che mi sono state liquidate come amministratore locale di Belmonte del Sannio, mentre in precedenza nulla è stato scritto o detto delle indennità percepite da tutti gli altri sindaci, anche di altri paesi di zona».

    Anita Di Primio commenta il nostro recente articolo inerente le somme che le sono state liquidate dal Comune come indennità di fine mandato. La determina con la quale vengono quantificate le spettanze dovute alla ex sindaca è un atto pubblico, affisso e pubblicato on line sull’albo pretorio, dunque non è stato svelato alcun segreto. Tuttavia alla ex sindaca di Belmonte ha dato fastidio il clamore mediatico ingenerato dalla notizia.

    «Innanzitutto non è quella la cifra che mi è stata liquidata, – continua Di Primio – bensì 3422,99 euro, al netto delle tasse, e comunque si tratta di spettanze dovute, previste dalla legge. Quando ho iniziato il mio mandato da sindaco percepivo poco più di settecento euro di indennità, a fronte di un impegno e di responsabilità notevoli, tutti i giorni, a qualsiasi ora. Sono altre, in ben altre istituzioni, le indennità di carica che dovrebbero fare notizia, non quei pochi soldi dati i sindaci, in prima linea accanto alla popolazione, sempre a disposizione. Non ho chiesto quelle somme, non ho sollecitato il Comune affinché me le liquidasse, perché, lo ripeto, sono spettanze dovute, previste dalla legge. E se la legge prevede un’indennità per i sindaci anche dei piccoli Comuni un motivo ci sarà. Tra l’altro mi sono state liquidate a sei mesi dalla mia decadenza dalla carica».

    «Non mi sono candidata, non ho messo becco nella campagna elettorale, non ho interferito minimamente nella politica locale, – chiude Anita Di Primio – ora sono una semplice cittadina che vorrebbe essere lasciata in pace, tutto qui».

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