«Passano gli anni, ma la situazione dell’informazione in Italia non migliora, come evidenzia anche il Rapporto sullo Stato di diritto 2025 della Ue. Sono evidenti i segnali di un Paese che, quanto a diritti, arranca. A poco più di un mese dall’entrata in vigore del Media Freedom Act, ad esempio, in Italia non si sa ancora cosa vogliano fare governo e Parlamento».

Lo afferma Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi. «I giornalisti sono minacciati, e questo non cambia rispetto al 2024, ma la novità è che sono anche spiati con spyware militari: tant’è vero che il caso Paragon è finito dritto dritto nel report».

«Il ricorso alle querele bavaglio per intimidire il giornalismo di inchiesta – aggiunge Costante – non è
diminuito, anzi. Mentre il Parlamento, attraverso una distonica applicazione della presunzione di non
colpevolezza, continua a rendere impossibile l’accesso alle notizie per i cronisti. Il report europeo ci
consegna un quadro d’insieme preoccupante aggravato dall’impoverimento e dalla precarizzazione dei
giornalisti. Situazione che peggiorerà se, ad esempio, non si troveranno la forza e le necessarie risorse
per impedire che l’informazione italiana venga saccheggiata dalle piattaforme online e dall’intelligenza
artificiale».