• Editoriale
  • Lockdown e zone rosse, potere decisionale ai sindaci perché Rosello non è come Pescara

    «La capacità di imporre divieti è diventata la misura dell’amministrazione pubblica». «E ci sono tante persone normali, perbene, che sono diventate inconsapevoli fiancheggiatrici di un neosalutismo che ha i toni isterici e salvifici di chi non si limita a lottare contro un virus, come tanti che ce ne sono stati nella Storia».

    Così Filippo Facci, caustico e illuminante come sempre. Parole disarmanti che fanno riflettere. E riflettendo mi è venuto in mente che tra qualche istante il governatore dell’Abruzzo, Marco Marsilio, firmerà un’ordinanza che di fatto collocherà in zona rossa gli abruzzesi. Tutto chiuso, tutto blindato, tutti a casa. Con 12mila euro di indennità al mese è facile prendere decisioni così. E chi non ha uno stipendio, una rendita o una pensione? Chi vive del suo lavoro?

    Ci mettono ai domiciliari, sfidando la logica e forse anche il diritto e la Costituzione, perché non sono in grado di far funzionare la sanità pubblica! Mancano posti letto in terapia intensiva. Questo è l’alibi. Aumentate la dotazione ospedaliera allora, ma non tappateci in casa minacciando di inviare la Polizia a controllare. Hanno chiuso ospedali in lungo e in largo, poi arriva il Covid19 e si accorgono che forse hanno fatto una cazzata e guarda caso il sistema sanitario salta. Incapaci!

    Troppo facile chiudere tutto, rubare il futuro a intere generazioni che non possono andare a scuola, né fare sport, né andare all’università, semplicemente non possono più vivere. E chiudono come farebbe un idiota qualsiasi, senza un minimo di razionalità, trattando allo stesso modo bar, pizzerie, ristoranti e scuole di Pescara, 300mila abitanti più o meno, come i locali pubblici di Castelguidone, che di abitanti ne fa probabilmente trecento, i due terzi dei quali anziani che non escono di casa.

    Allora, potere decisionale ai sindaci, che fino a prova contraria sono autorità sanitaria e di pubblica sicurezza nei rispettivi Comuni. Perché Pescara o Vasto non sono esattamente la stessa cosa che Schiavi di Abruzzo o Fraine o Rosello o San Giovanni Lipioni o Guardiabruna. Decidano i sindaci, almeno servono a qualcosa, non il professor Conte né il filosofo Marsilio, se il bar di un Comune con trecento abitanti, frequentato ogni giorno da un massimo di quindici clienti, possa rimanere aperto con le dovute precauzioni anti contagio oppure se lo stesso rappresenta effettivamente una potenziale bomba epidemiologica.

    Ha ragione il giornalista Filippo Facci: «Un mattino ti svegli e scopri che è vietato vivere, perché è così, è vero: “L’uomo moderno, in cambio di un po’ di sicurezza, ha rinunciato alla possibilità di essere felice” (Sigmund Freud) perché ormai ogni divieto sembra sacrosanto».

    Francesco Bottone

    tel: 3282757011

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