Soirée d’eccezione a Poggio Sannita presso la chiesa madre di Santa Vittoria, il maestro organista Giovanni Petrone sabato primo luglio alle 19.30, vigilia della sentita festa della Madonna delle Grazie, terrà un attesissimo concerto. Evento fortemente voluto da don Paolo Del Papa, parroco di Poggio Sannita.
«Con questo primo appuntamento, – afferma il reverendo – cui ne seguiranno altri a cominciare dal prossimo in agosto, intendiamo valorizzare, attraverso l’esecuzione dell’insigne maestro Petrone, che ringraziamo per la disponibilità, l’antico e prezioso strumento capolavoro settecentesco di Francesco D’Onofrio e nel contempo omaggiare la dinastia dei D’Onofrio nella loro terra natìa. I maestri organari dell’allora Caccavone, oggi Poggio Sannita, la cui arte e fama si è diffusa in Molise e nelle regioni limitrofe, dove si possono ammirare le loro pregevoli opere. E’ anche un occasione – conclude don Paolo – per testimoniare la vitalità del nostro piccolo borgo che attraverso la riscoperta del suo patrimonio artistico-culturale può trovare un’opportunità di arricchimento e crescita. Invito perciò tutti ad assistere al concerto».
Il maestro Giovanni Petrone di Larino, diplomato in Organo e Composizione Organistica con lode e menzione d’onore presso il Conservatorio “L. Perosi” di Campobasso, ha frequentato per due anni il master in organo “Post Gradual” tenuto dal professor Pier Damiano Peretti alla “Universität für Musik und Darstellende Kunst” di Vienna. Si è diplomato in Direzione Corale e Composizione Corale nella classe della Prof. Colomba Capriglione al Conservatorio “L. Refice” di Frosinone. Si è diplomato in Clavicembalo con 10 nella classe della Prof. De Girolamo Andreina al Conservatorio “L. Perosi” di Campobasso. Attualmente è iscritto al Post Gradum in “Improvvisazione” al Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma sotto la guida del M° Theo Flury Osb e al corso di biennio in Organo col M° Francesco Di Lernia. Petrone è anche l’ideatore e curatore del D’Onofrio Organ Festival, importante rassegna di concerti organistici che si svolge fra Molise, Abruzzo e Campania, il cui già nutrito cartellone sarà arricchito dalle serate poggesi, perseguendo l’obiettivo di valorizzare e far conoscere gli antichi organi a canne, costruiti dalla fine del ‘600 fino agli inizi dell’800 dai D’Onofrio. L’organo della chiesa Santa Vittoria V. e M. è tornato al suo antico splendore nel novembre 2005 dopo un duplice e lungo intervento di restauro, a cura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che riguardò sia la parte lignea che quella strumentale. Il M° Frasassi, curatore dell’intervento fonico strumentale così ebbe ad esprimersi alla riconsegna dell’organo: «Siamo al cospetto di uno strumento di grande qualità con impatto visivo monumentale, sonorità trasparenti ed avvolgenti, degna opera dei D’Onofrio che hanno voluto per il loro paese un organo unico vero capolavoro dell’arte organaria».
L’organo fu realizzato e donato alla parrocchia nel 1769 dal capostipite e capomastro della famiglia Franciscus de Honofrio, “eius summam devotionem” (per la sua grande devozione, ndr) come si legge in parte dell’iscrizione riportata nella secreta dell’organo e risulta essere l’ultima opera nota del maestro. L’esame dello strumento rivela uno stile nel solco della tradizione organaria tipica dell’area meridionale, di ascendenza napoletana. Secondo il M° Guido Messore, autore del testo “Patrimonio organario del Molise”, Francesco è sicuramente il maggiore esponente nel XVIII° sec. della famiglia e realizzò oltre all’organo di Poggio Sannita altri sette organi. Tra questi vanno ricordati quelli di Agnone: l’ampliamento eseguito nel 1729 dell’organo seicentesco della chiesa arcipretale di San Marco e la realizzazione dell’organo monumentale della chiesa di Sant’Antonio. Le origini della famiglia risalgono al 1400 ma l’inizio dell’attività, documentata dai loro capolavori, viene fatta risalire solo alla fine del 1600; oltre a Francesco altri fratelli, figli e nipoti (Antonio, Luca, Luciano, Pasquale, Buonafede, Vincenzo, Nicola, Gennaro e Fulvio D’Onofrio) proseguirono l’arte organaria raccogliendo notorietà e fama per la loro bravura. Fra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 una parte della famiglia D’Onofrio emigrò in Argentina a Buenos Aires, mentre alcuni altri discendenti vivono oggi tra Poggio Sannita, Agnone e Roma ma nessuno ha continuato l’arte organaria dei loro antenati.
Tonino Palomba