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  • Massacri comunisti nelle Foibe, Meffe: «Pulizia etnica, pagina di storia che ancora oggi viene negata»

    Giorno del Ricordo, il coordinamento regionale molisano dell’Unione degli Istriana rilancia l’impegno a contrastare qualsiasi tesi revisionista in merito alle vittime delle Foibe e all’esodo giuliano-dalmata.

    A destra Gianni Meffe, Coordinatore per il Molise dell’Unione degli Istriani

    «La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale Giorno del Ricordo al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale».


    Con queste parole l’articolo uno della Legge 30 marzo 2004 n. 92, nota anche come “Legge Menia”, dal nome del suo primo firmatario l’On. Roberto Menia, in Italia è stato istituito il “Giorno del Ricordo” che a distanza di quasi sessant’anni, e dopo una battaglia parlamentare lunga legislature, che ha riconosciuto e onorato la memoria delle vittime dei massacri delle Foibe e l’Esodo giuliano dalmata.


    «Furono anni duri quelli che si vissero al confine orientale dell’Italia dopo l’8 settembre 1943, anni che rappresentano una delle pagine più buie e tristi della nostra storia, pagine che troppi hanno provato a strappare e che ancora oggi provano a nascondere, con tentativi di revisione inaccettabili e spesso basati su improbabili giustificazioni e attenuanti. Ciò che avvenne nei territori dell’Istria e della Dalmazia – dichiara Gianni Meffe, Coordinatore per il Molise dell’Unione degli Istriani, – fu una vera e propria pulizia etnica. Gli italiani e l’Italia, per volere di Tito e con il silenzio del partito comunista italiano, dovevano essere sradicati e cancellati da quelle terre che storicamente invece erano da sempre Italia.


    Con la promulgazione della legge che istituiva il Giorno del Ricordo si auspicava di aver superato il negazionismo dei decenni precedenti, – continua Meffe – invece oggi troviamo ancora tanti negazionisti delle foibe che affollano i media e contrastano quella che altro non è che una verità storica, come l’olocausto e il genocidio armeno, da condannare in modo netto, senza sé e senza ma perché di fronte ad oltre 5mila morti e circa 350.000 istriani, fiumani e dalmati costretti all’esodo ogni tentativo di revisione è un’offesa alle vittime e alle loro famiglie.


    L’Unione degli Istriani che mi onoro di rappresentare in Molise, – conclude il coordinatore regionale Meffe – è la maggiore organizzazione di esuli in Italia e come coordinamento regionale saremo impegnati ad organizzare una serie di iniziative sul territorio, come convegni, mostre tematiche e incontri nelle scuole. Iniziative finalizzate a promuovere e valorizzare la memoria storica delle Foibe e dell’esodo giuliano-dalmata e che entreranno nel vivo una volta superata l’emergenza sanitaria che purtroppo rallenta, ma non arresta, le attività dell’Unione degli Istriani e dei Coordinamenti regionali».

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