«Non c’è più possibilità di attendere. La politica deve trovare una strada condivisa per salvare dall’estinzione i medici di famiglia, perno insostituibile della sanità italiana» dichiara in una nota Gianluca Giuliano segretario nazionale della UGL Salute.

«Il progressivo assottigliarsi delle fila, nell’ultimo quinquennio oltre cinquemila hanno abbandonato il loro ruolo, rischia di mettere a rischio la tenuta, già precaria, del Sistema sanitario nazionale. La professione non è attrattiva per i giovani, lo dimostrano i tanti posti nei corsi di formazione della professione lasciati vuoti, come dimostra quello recente della Lombardia dove sono stati meno di 200, su oltre 500 unità disponibili, gli aspiranti medici di famiglia a iniziare la frequenza. Le previsioni sul futuro sono a tinte fosche. Si prevede che tra il 2025 e il 2027 saranno oltre 7.300 i medici di medicina generale ad andare in quiescenza e la possibilità di alzare da 70 a 73 anni l’età pensionabile è niente più che un palliativo. Per questo Governo e Regioni sono chiamate ad affrontare senza remore il problema. Definire i nuovi contorni della professione è fondamentale cercando di liberare questa categoria dall’errata percezione di passacarte amministrativi. La UGL Salute è favorevole all’ ipotesi di assunzione delle nuove leve, coloro che completeranno il nuovo corso triennale di formazione post-laurea che diventerà di livello universitario all’interno del SSN. Per tutti, quindi anche coloro che rimarranno in convenzione, dovrà essere previsto un monte ore da svolgere nelle Case di Comunità. Lo ripetiamo, il tempo dell’attesa è finito. Per scongiurare la scomparsa dei medici di medicina generale c’è bisogno di soluzioni da rendere attuative in brevissimo tempo» conclude il sindacalista.