Sarà l’Abruzzo ad ospitare il trentatreesimo congresso Aapi, l’Associazione Apicoltori Professionisti Italiani che chiama a raccolta l’apicoltura professionale italiana a Vasto, in provincia di Chieti, dall’1 al 5 febbraio prossimi. Cinque giorni molto intensi, organizzati da Aapi insieme ad Unaapi (Unione Nazionale delle Associazioni Apicoltori Italiani), l’Associazione Apicoltori Professionisti d’Abruzzo e il Conapi O.P. Abruzzo, in collaborazione con Aiaar Associazione Allevatori Api Regine, l’Istituto Alberghiero di Villa Santa Maria, e Ami Ambasciatori dei Mieli Italiani, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio Regionale dell’Abruzzo, il Comune di Vasto, la Camera di Commercio di Chieti e il Ministero delle Politiche Agricole.
Attesa una significativa partecipazione: al Palace Hotel di Vasto Marina saranno presenti circa cinquecento operatori da tutta Italia, oltre ad una comitiva di apicoltori provenienti da Spagna, Francia, Svizzera, e Usa, per i quali è stato predisposto un programma ricco ed autorevole, con la partecipazione dell’Argentina come Paese ospite.
Tra gli argomenti in programma, l’inseminazione artificiale e la selezione con Susan Cobey dell’Università di Washington, incidenza dell’estremizzazione climatica sull’allevamento apistico con Beniamino Abis del Max-Planck-Institute for Meteorology in Germania, la nutrizione proteica con l’esperienza di Gabriel Gómez e Pablo Berrondo della Cooperativa de Trabajo Apícola Pampero in Argentina, le tematiche tecniche relative alla cera, la cristallizzazione dei mieli con Lucia Piana, la prima quantificazione del settore grazie all’analisi di quanto emerge dalla nuova Banca Dati degli Allevamenti, il nomadismo, l’impatto delle specie aliene con l’endemicità del piccolo scarabeo degli alveari in Calabria, i crescenti danni alle api da pesticidi e monocolture nelle nostre campagne, il mercato italiano invaso da “mieli” asiatici di scarsa qualità. E molto altro con importanti apporti da rappresentanti istituzionali e tecnici dei ministeri di Agricoltura e Salute.
Oltre alle sessioni di lavoro, sono in programma anche visite aziendali alle maggiori realtà apistiche abruzzesi in termini di produzione e commercializzazione, corsi di cucina in collaborazione con il prestigioso Istituto Alberghiero di Villa Santa Maria (Ch), approfondimenti e aggiornamenti normativi. Spazio, poi, anche alla commercializzazione, con un confronto con i principali confezionatori dei mieli italiani e a tre mostre sull’apicoltura abruzzese proposte dall’Associazione Apicoltori Professionisti d’Abruzzo. Partecipano anche trentanove sponsor per i quali sarà allestita un area espositiva con venticinque tavoli.
Come sempre, dunque, il Congresso sarà una speciale occasione di confronto e conoscenza per un settore dai numeri importanti. La Bda, l’anagrafe nazionale apistica, conferma un dato sino a oggi solo frutto di stime: sono ben 1,2 i milioni di alveari allevati e sparsi nelle nostre campagne. Ma il dato più interessante è che dei circa 45 mila apicoltori censiti e operanti in Italia sono quasi 20 mila quelli che lo fanno non per diletto e autoconsumo, ma per immettere il loro miele e prodotti apistici sul mercato, con tutti i parametri di legge fra cui l’indispensabile partita iva. L’apicoltura si conferma quindi quale importante componente produttiva del comparto rurale e agricolo nazionale. La produzione italiana di miele quest’anno ha avuto la più pesante flessione degli ultimi trent’anni. Mentre 150-170 milioni di euro è per il Mipaaf il valore stimato dei prodotti dell’apicoltura italiana (miele, cera, propoli, polline, pappa reale, veleno d’api), il valore dell’attività di impollinazione che le api svolgono, consentendo alle piante coltivate di produrre cibo, corrisponde a circa 2 miliardi di euro. L’Italia del miele vanta comunque un record imbattibile: cinquantuno varietà censite dal ministero dell’Agricoltura, contro le dieci, massimo quindici degli altri Paesi, di cui circa trenta monoflora.
Non meno importanti i numeri dell’apicoltura abruzzese: 691 apicoltori con 42.132 alveari, una produzione pari a circa 900 tonnellate annue e un giro di affari di circa 5 milioni di euro (fonte: Assessorato Agricoltura Regione Abruzzo).
Spiega Claudio Cauda, presidente di Aapi: “il convegno annuale raccoglie le istanze e le problematiche espresse dall’apicoltura produttiva italiana e li traduce in proposte percorribili e positivi. E’ importante la capacità della nostra associazione l’Aaapi e del mondo Unaapi di riunire intorno a un tavolo tutti gli operatori della filiera, per favorire incontri, dibattiti, confronti, nella ricerca di soluzioni comuni. L’evento è cresciuto enormemente negli anni, grazie alla consapevolezza che la piena collaborazione è decisiva per migliorare il mercato del miele e per aggiornare le strategie produttive. Il confronto internazionale che annualmente realizziamo è un importante momento di crescita e di confronto, in un mercato che è diventato mondiale. L’incontro tra produttori provenienti da tutta Italia è utile a favorire confronti, a cementare rapporti a stringere collaborazioni, il tutto in un clima sereno e informale”.
Aggiunge Francesco Panella presidente Unaapi: “I dati della nuova e importante anagrafe confermano, rafforzano e sanciscono definitivamente quanto sosteniamo da anni. Quella degli apicoltori non è una dimensione dopolavoristica, siamo ben più che degli appassionati, siamo un settore produttivo vitale e indispensabile, parte attiva dell’agricoltura italiana. Senza api, senza apicoltori non c’è impollinazione. L’agricoltura tutta impari a diversamente rispettare api e apicoltura. Se la coltivazione non è compatibile con le api: non è sostenibile, distrugge fertilità e futuro. Un’altra agricoltura è possibile: le api ci indicano come farla”.
Conclude Luigi Iacovanelli, presidente dell’Associazione Apicoltori Professionisti d’Abruzzo: “Siamo orgogliosi di ospitare un evento nazionale di questa portata. Ancora una volta, ci siamo messi al servizio dell’apicoltura regionale e nazionale per un’iniziativa che, grazie alla partecipazione di esperti di livello nazionale e internazionale, ci aiuterà ad approfondire le tematiche che più ci interessano. Il tutto in un’ottica di crescita della qualità e della bellezza del nostro appassionante lavoro, in una regione con numeri significativi e sfide importanti ma da sempre in prima linea nell’apicoltura professionale italiana, in virtù di una tradizione ormai secolare dalla quale oggi discendono aziende ed esperienze significative, divenute patrimonio nazionale”.
Miele asiatico di scarsa qualità invade l’Italia: l’apicoltura produttiva ne discute a Vasto
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