• Cultura
  • Mietitura del grano a Carovilli, si prepara la “Tresca” del 20 agosto

    CAROVILLI – Alla mietitura del grano non si è mai dedica una festa vera e propria, ma è una funzione importantissima, che vede la partecipazione di tanti volontari, in preparazione di quella molto più spettacolare e di soddisfazione che è la “Tresca”, cioè la trebbiatura fatta con i cavalli e con il sollevamento della paglia al vento, che ogni anno, e sono ormai più di 40, richiama a Carovilli, da tutto il circondario molisano e abruzzese, migliaia di persone.
    Secondo la tradizione si utilizza un campo messo a disposizione da un volontario, questo viene arato e seminato a suo tempo; poi, di solito alla fine di luglio, una nutrita squadra di per-sone effettua la mietitura, come una volta a mano con il falcetto, mettendo a dura prova la schiena di tutti, e raccoglie le spighe in covoni.
    La terra a Carovilli è amata in modo speciale. Non è più al centro di tutte le attività du-rante l’anno perché anche qui l’agricoltura è stata quasi completamente abbandonata, ma è sta-to conservato gelosamente il ricordo di quando, insieme all’artigianato e all’allevamento del be-stiame, era il principale mezzo di sostentamento degli abitanti. Giovani, anziani, bambini, uomi-ni, donne vedono il grano come un prodotto che ha del miracoloso perché ogni anno si offre sempre nello stesso periodo, sempre con la stessa immagine di spighe accarezzate dal vento e baciate dal sole che le rende di un biondo dorato di grande valore pratico e simbolico.
    In questi tempi tanto travagliati, di forte egoismo, di diffidenza verso gli altri, l’agricoltura, ed il grano in particolare, rafforzano lo spirito di amicizia e di appartenenza alla stessa comunità e consolidano l’amore per le tradizioni. Per questo tante persone si ritrovano immancabilmente a fare tutte insieme il faticoso lavoro di mietitura e successivamente anche di “tresca”. Non è secondario neanche lo spirito religioso della festa, infatti, quando sarà terminata la “tresca”, sia il grano che la paglia, una volta separati, verranno venduti all’asta ed il ricavato sarà conservato per la successiva festa della Madonna Incoronata molto sentita tra i contadini.
    In una giornata intensa, iniziata con il fresco alle 6 del mattino, in un campo non lontano dalla stazione ferroviaria (ormai in disuso contro la volontà degli abitanti che ne erano abituali utilizzatori), una cinquantina di persone, tra cui molti giovani, si sono date appuntamento per mietere le bionde e mature spighe di grano che promettevano ed hanno assicurato un bel rac-colto. Dato il caldo esagerato per queste zone, a metà mattinata, e poi molte altre volte nel corso della giornata, i mietitori hanno dovuto interrompere il duro lavoro per rinfrescarsi e ri-prendere le forze con un buon bicchiere di birra o di vino e mangiare un po’ di pane con for-maggi locali e affettati vari come da tradizione. Altri hanno preparato e distribuito il pranzo, do-po aver predisposto una grande tavolata in una zona d’ombra ristoratrice.
    Altra allegria hanno portato i numerosi visitatori che pur senza dare un contributo mate-riale al lavoro dei mietitori hanno manifestato apertamente considerazione e ammirazione ed hanno ricevuto simpatica accoglienza ed invito a partecipare alle numerose “merende”.
    La giornata si è conclusa a tarda sera dopo aver effettuato ben due carichi per il traspor-to dei covoni: il sole ed il caldo intenso hanno gravato i mietitori di una stanchezza supplemen-tare, ma il fatto di aver svolto un lavoro molto apprezzato, insieme a tanti amici di età e me-stieri diversi, è risultato alla fine di grande soddisfazione.
    Bisogna essere grati in particolare a quelle persone, oggi “mature”, che dettero inizio, da giovani, a questa festa tradizionale e continuano ancora con lo stesso spirito ad assicurare la loro fattiva presenza e a trasmettere ai ragazzi lo stesso entusiasmo.
    Quest’anno la famosa festa della “Tresca di Carovilli”, giunta alla quarantunesima edizio-ne, si terrà il 20 agosto, come al solito sul tratturello che collega i grandi tratturi Celano-Foggia e Castel Di Sangro-Lucera, presso la chiesetta rimessa a nuovo di San Domenico.

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